Il Papa: «Dio ci dona il suo amore senza misura»

(Foto Calvarese/Sir)

Nell’Udienza Generale di mercoledì 21 maggio

Nella sua prima udienza generale, tenuta mercoledì 21 maggio in piazza San Pietro alla presenza di oltre 40mila fedeli, Leone XIV ha proseguito il ciclo giubilare iniziato da Francesco su “Gesù Cristo Nostra Speranza” e ha sviluppato la sua catechesi sulla parabola del seminatore. “Ogni parola del Vangelo è come un seme che viene gettato nel terreno della nostra vita”, ha spiegato il Pontefice, secondo il quale “la parabola del seminatore parla della dinamica della parola di Dio e degli effetti che essa produce”. “La parola di Dio feconda e provoca ogni realtà”, ha proseguito, sottolineando che il terreno dove il protagonista della parabola getta il seme “è il nostro cuore, ma è anche il mondo, la Chiesa”.

“Dio è fiducioso e spera che prima o poi il seme fiorisca”, ha garantito Papa Leone: “Egli ci ama così: non aspetta che diventiamo il terreno migliore, ci dona sempre generosamente la sua parola. Forse proprio vedendo che Lui si fida di noi, nascerà in noi il desiderio di essere un terreno migliore. Questa è la speranza, fondata sulla roccia della generosità e della misericordia di Dio”. “In un mondo diviso e ferito dall’odio e dalla guerra siamo chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace!”, ha chiesto il Papa ai fedeli, ribadendo, in questo mese mariano, l’invito della Vergine di Fatima: “pregate il rosario ogni giorno per la pace”.

La prima udienza di Papa Prevost è coincisa con il trigesimo di Bergoglio, e al suo predecessore il Pontefice ha dedicato le sue parole finali: “Non possiamo concludere questo nostro incontro senza ricordare con tanta gratitudine l’amato Papa Francesco, che proprio un mese fa è tornato alla casa del Padre”.