Genova e Liguria
Fenomeno “hikikomori”, se ne parla in un convegno al Quadrivium

Mercoledì 19 marzo alle ore 17 a Palazzo Tursi è in programma il convegno «Dipendenze da internet e hikikomori: adolescenti in fuga dalle pressioni sociali?», organizzato da Agesc (Associazione Genitori Scuole Cattoliche – Regione Liguria).
Intervengono il Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo Emerito di Genova, il Dott. Giorgio Schiappacasse, psichiatra e psicoterapeuta e il prof. Massimo Gandolfini, Presidente Associazione Family Day).
Proponiamo una riflessione di Umberto Palaia, Presidente Nazionale Agesc, che affronta il tema attuale delle «emergenze educative» nel mondo di oggi.
Il Centro Studi per la Scuola Cattolica ha dedicato il proprio 26° Rapporto annuale, pubblicato a fine 2024, al tema delle “Emergenze educative”. Già il fatto che si sia scelto di declinare al plurale la locuzione utilizzata per la prima volta da Papa Benedetto XVI nel 2008 è segno di quanto il fenomeno negli anni si sia manifestato in maniera sempre più complessa e diversificata, tanto da rendere necessario un approccio mirato alle singole questioni, al fine di ridurle più facilmente ad una specifica soluzione. Non un cedimento verso la frammentazione del problema, quindi, quanto la volontà di affrontarlo nelle sue diverse declinazioni con piglio scientifico, senza perdere di vista il più vasto contesto antropologico e culturale in cui la questione educativa “emerge”.
Non c’è dubbio che questo approccio possa risultare benefico anche per i tanti genitori che, di fronte a fenomeni sempre più invasivi, faticano a trovare una chiave interpretativa che supporti efficacemente il proprio lavoro educativo e ne riduca il carico di ansia e angoscia che spesso si porta dietro. È indispensabile, d’altra parte, che l’analisi, oltre alla denuncia, animi e nutra anche la fiducia e la speranza, soprattutto in chi, come genitore, si trova nel difficile ruolo di educatore primario. Fu sempre Benedetto XVI nella medesima Lettera alla diocesi di Roma sul compito urgente dell’educazione del 2008, a cui si faceva riferimento sopra, a sottolineare che «anima dell’educazione, come dell’intera vita, può essere solo una speranza affidabile». La speranza, non a caso, è stata messa a tema dell’anno giubilare in corso e impegna i cristiani a cercare i segni del bene che vive nel mondo e «una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere».
Certo in un tempo come quello attuale, funestato da guerre e crisi continue, dai presagi di una tecnologia che invade le nostre vite fino a dominarle, il proposito posto dal Pontefice appare oltremodo arduo se non impossibile. Persino tra i genitori cattolici si fatica ad alimentare e trasmettere la speranza. Al contrario, anche tra chi è animato dalla fede non mancano le evidenze di una fragilità adulta alimentata da un pervasivo narcisismo individuale e sociale che gli straordinari mutamenti tecnologici hanno contribuito ad enfatizzare fino a decretarne il superamento e non in senso positivo. Nell’era del post-narcisismo, secondo la definizione dello psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini, l’adulto chiede al bambino e all’adolescente «sii te stesso a modo mio».
Un impulso ossessivo al controllo dell’altro, al fine di placare l’ansia di svolgere bene il proprio ruolo e soprattutto di averne un riconoscimento sociale, connoterebbe l’atteggiamento del genitore in una società che lo stesso Prof. Lancini definisce «dissociata, dove i genitori hanno sequestrato il corpo dei figli, non consentendo loro nessuna esperienza di gioco e socializzazione fuori dal controllo degli adulti, per poi lamentarsi della diffusione di videogiochi e social». Una visione inquietante in cui si evidenzia l’inconsapevolezza dell’adulto di essere immerso nello stesso humus mefitico fatto di proiezione verso la performance individuale e il riconoscimento di uno status sociale sempre più difficili da raggiungere. Il contrasto tra aspettative e realtà inevitabilmente generano sentimenti di vergogna, frustrazione e senso di colpa nei più giovani. Tuttavia, in una società in cui il narcisismo domina anche la mente adulta «la trasgressione sparisce e lascia spazio all’attacco al sé e al proprio corpo, come modalità elettiva di esprimere la sofferenza evolutiva generazionale», sempre nelle parole dell’illuminante Lancini. È naturale allora chiedersi dove trovare i semi di speranza da far germogliare nel cuore dei nostri figli. A questo proposito sovvengono le parole dell’apostolo Pietro rivolte a Gesù nel Vangelo di Giovanni: «Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole che danno la vita eterna».
Da chi andranno i nostri figli se i genitori, insieme alle altre agenzie educative, non sono in grado di dire loro “parole di vita eterna”? Il pericolo è che si rivolgano alla vasta platea dei social e di internet in generale, da cui però, come sappiamo, non giungono risposte bensì conferme, secondo il meccanismo auto validante dettato dall’algoritmo.
Umberto PalaiaPresidente Nazionale Agesc
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