Chiesa e Mondo
Assemblea sinodale: rinviato il documento finale. Testo non ancora maturo, verrà votato il 25 ottobre

“Una bella testimonianza di comunione. Siamo una Chiesa viva, e abbiamo voglia di vivere”. Così il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha definito la seconda Assemblea sinodale delle Chiese in Italia, che si è conclusa con il rinvio a novembre dell’assemblea di maggio e con la decisione di procrastinare il testo finale al 25 ottobre.
Tanti sono stati gli emendamenti e le modifiche proposte, i 1.008 partecipanti alla seconda Assemblea sinodale della Cei scrivono a Papa Francesco esprimendo, in qualche modo, la soddisfazione per i lavori svoltisi in Vaticano dal 31 marzo al 3 aprile. «Una palestra di sinodalità», la definiscono nel messaggio inviato al Pontefice i 168 vescovi (sette cardinali), 252 sacerdoti, 34 religiosi, 17 diaconi e ben 530 laici (di cui 253 uomini e 277 donne) riuniti in questi giorni per vivere momenti di testimonianza e il pellegrinaggio giubilare, ma soprattutto per discutere e confrontarsi sulle 50 Proposizioni. Ovvero le proposte emerse dalle diocesi italiane lungo l’itinerario di questi ultimi quattro anni sugli ambiti di missione, formazione, corresponsabilità nella Chiesa.
Più concretamente la seconda parte di questo itinerario sinodale, dopo la prima svoltasi nel 2024, ha visto ampie consultazioni e dibattiti in Aula Paolo vi, con circa 150 richieste di intervento sui diversi aspetti del documento. Due, in particolare, i punti al vaglio: l’integrazione delle persone che soffrono a causa di relazioni affettive, orientamento sessuale o identità di genere, e la responsabilità ecclesiale delle donne. Questioni da affrontare, secondo molti dei partecipanti, in modo più approfondito. Accanto a questi, i temi di trasparenza economica, bilanci, accountability, lavoro, migranti, ecologia, pace. Un cenno anche al dramma degli abusi sessuali, anch’esso da scandagliare ulteriormente.
Il rinvio «ci è sembrato necessario viste le difficoltà emerse», ha detto il cardinale presidente della CEI, Matteo Maria Zuppi, nel successivo briefing con i giornalisti nella Sala Capitolare della Basilica di San Pietro. Necessario per «avere un tempo congruo di maturazione per arrivare a delle decisioni. Siamo sicuri che un testo più maturo permetterà scelte ancora più profetiche che riguardano il futuro».
Secondo Zuppi, “tra i partecipanti ha prevalso il desiderio di creatività, di farsi guidare dalla realtà e non da schemi prefissati”. “Avremmo preferito tutti quanti che venisse rispettato il calendario che ci eravamo dati – ha poi osservato – , ma non basta fissare un calendario e stabilire un organigramma più o meno puntuale, perché prevale la necessità di procedere in modo sinodale”. “E’ stata una lezione che si cerca di imparare”, ha osservato Castelllucci: “in me resta la gioia di aver visto un’assemblea che esprime in maniera quasi unanime l’attesa di qualcosa di più avanzato in senso evangelico”.