Leone XIV: “Il mondo ha urgente bisogno di fede, fraternità e pace”

Il Papa ha incontrato i Vescovi italiani ad Assisi per la Assemblea CEI

Giovedì 20 novembre, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi, Papa Leone XIV ha incontrato i Vescovi italiani riuniti per la loro Assemblea Generale.

“Sono contento – afferma Leone XIV all’inizio del suo discorso – di questa mia prima sosta, seppur brevissima, ad Assisi, luogo altamente significativo per il messaggio di fede, fraternità e pace che trasmette, di cui il mondo ha urgente bisogno”. Quello di oggi è infatti un tempo di fratture, sia “nei contesti nazionali e internazionali”, dove emerge sempre più un linguaggio segnato da “ostilità e violenza” e dove si lascia indietro chi è più fragile, dove la libertà è messa a rischio dall’”onnipotenza tecnologica” e dove domina la solitudine.

Dando sempre più forma ad una “Chiesa collegiale” e dunque non tornando indietro sul tema degli accorpamenti delle diocesi, unendo le forze e rendendo “le nostre identità religiose ed ecclesiali più aperte”. Il desiderio del Pontefice è che i presuli suggeriscano proposte sul futuro delle piccole diocesi che hanno poche risorse umane per valutare come andare avanti e costruire “comunità cristiane aperte, ospitali e accoglienti, nelle quali le relazioni si traducono in mutua corresponsabilità a favore dell’annuncio del Vangelo”.

L’annuncio del Messaggio di salvezza, la costruzione della pace, la promozione della dignità umana, la cultura del dialogo, la visione antropologica cristiana. Queste istanze, per Leone XIV, “corrispondono alle prospettive emerse nel Cammino sinodale della Chiesa in Italia”: “A voi Vescovi spetta adesso tracciare le linee pastorali per i prossimi anni, perciò desidero offrirvi qualche riflessione affinché cresca e maturi uno spirito veramente sinodale nelle Chiese e tra le Chiese del nostro Paese”.

Leone XIV esorta a combattere l’inerzia che rallenta i cambiamenti, a “imparare a congedarsi”, come raccomandava Papa Francesco, e pertanto, afferma, “è bene che si rispetti la norma dei 75 anni per la conclusione del servizio degli Ordinari nelle diocesi e, solo nel caso dei cardinali, si potrà valutare una continuazione del ministero, eventualmente per altri due anni”. Il Papa chiede alla Chiesa a fare memoria della strada percorsa dal Concilio Vaticano II, segnata dai Convegni ecclesiali nazionali.

Sulle sfide poste dai nuovi media, suggerisce di non limitarsi ad usare questi strumenti ma “educare ad abitare il digitale in modo umano, senza che la verità si perda dietro la moltiplicazione delle connessioni, perché la rete possa essere davvero uno spazio di libertà, di responsabilità e di fraternità”.

Concludendo il suo discorso, Papa Leone prende spunto dallo stile sinodale di san Francesco e dei suoi compagni, per ricordare che la scelta di fraternità, che è il cuore del carisma francescano, fu ispirata da una fede intrepida e perseverante. Da qui l’augurio a seguire l’esempio del patrono d’Italia con scelte ispirate da “una fede autentica e per essere, come Chiesa, segno e testimonianza del Regno di Dio nel mondo”.

IL DISCORSO INTEGRALE DEL SANTO PADRE