Genova e Liguria
Piazza Matteotti 4, “Il civico giusto”
Il progetto in ricordo del Card. Pietro Boetto, di Mons. Francesco Repetto e di Riccardo Pacifici
Nella giornata che ricorda il rastrellamento degli Ebrei genovesi, lunedì 3 novembre in Piazza Matteotti 4 è stato inaugurato “Il Civico Giusto”, dedicato al Card. Pietro Boetto, a Mons. Francesco Repetto e al Rabbino Riccardo Pacifici, figure simbolo di solidarietà e coraggio civile durante la persecuzione nazifascista. L’iniziativa, promossa nell’ambito del progetto nazionale Il Civico Giusto, intende ricordare coloro che, a rischio della propria vita, offrirono protezione e rifugio a perseguitati, ebrei e oppositori del regime.
All’inaugurazione sono intervenuti, tra gli altri, Mons. Marco Tasca, il Rav. Giuseppe Momigliano, Marco Bucci, Presidente della Regione Liguria, Silvia Salis, Sindaca di Genova, e Andrea Giovannelli, Capo Segreteria del Coordinatore Nazionale contro l’antisemitismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La tappa genovese di questa iniziativa, ideata e coordinata da Paolo Masini, ha mostrato in anteprima il mini-documentario Il Civico Giusto – Genova, curato da Maria Grazia Lancellotti e realizzato grazie alla collaborazione con Archivio Storico Istituto Luce e Fondazione Il Secolo XIX. La voce narrante del genovese Tullio Solenghi ha ripercorso gli anni più bui della Seconda Guerra Mondiale, dalla firma dell’armistizio l’8 settembre 1943 fino alla resa firmata a Villa Migone il 25 aprile 1945 dal generale tedesco Gunther Meinhold grazie alla straordinaria opera di mediazione del Card. Boetto. Anni in cui Genova non perse la sua vocazione di solidarietà e in cui in tanti – nonostante il pericolo – si adoperarono per la salvezza degli Ebrei. L’azione della Chiesa fu oltremodo significativa, e valse al Card. Boetto e a Mons. Repetto il titolo di “Giusto fra le Nazioni”.
«Ricordiamo oggi il Card. Boetto, il suo segretario Francesco Repetto» – ha detto Mons. Marco Tasca – «che con il rabbino Riccardo Pacifici seppero reagire all’ingiustizia con umanità, solidarietà e, per noi credenti, con spirito evangelico. Ricordiamo tre uomini che, di fronte al male, scelsero di agire con discrezione ma con una forza silenziosa che salvò vite. Il cardinale Pietro Boetto, riconosciuto come defensor civitatis, fu non solo il difensore di Genova e del suo porto, ma anche della pace e del dialogo tra le diverse componenti religiose, politiche e culturali della città. Questa iniziativa si inserisce nel solco del suo esempio e del suo impegno per la convivenza e il bene comune. La collaborazione fra tante diverse realtà nel promuovere oggi questa iniziativa si pone nella linea del pensiero e dell’opera di questo grande vescovo».
L’importanza della memoria è stata messa in risalto anche negli interventi di Marco Bucci e Silvia Salis.
«La Chiesa genovese, anche se in modo non ufficiale e spesso nascosto, si impegnò con grande coraggio per salvare molte persone. L’opera del cardinale Boetto e di don Repetto fu davvero eccezionale perché grazie a loro tante vite furono sottratte alla deportazione», ha sottolineato il Presidente Bucci.
«I protagonisti di questa storia furono esempi di fede e di impegno civile, pronti a rischiare la vita per salvare altri. La vita ha senso solo se usata per migliorare o salvare quella degli altri: questo è il coraggio che oggi celebriamo e che dobbiamo continuare a onorare, stando sempre dalla parte giusta», ha detto la Sindaca Salis.
«Boetto e Repetto, insigniti del titolo di Giusti tra le Nazioni, agirono con lucidità e determinazione, offrendo soccorso e salvezza a chi era perseguitato, mossi da una visione chiara del male del nazifascismo», ha detto Rav Giuseppe Momigliano, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Genova. «La loro collaborazione con il rabbino Pacifici gettò le basi di un dialogo tra ebrei e cristiani che, anni dopo, avrebbe trovato espressione nella dichiarazione Nostra Aetate. La loro testimonianza, allora come oggi, resta un esempio vivo di giustizia, fede e solidarietà».
Al termine della cerimonia è stata inaugurata la mattonella artistica “parlante”, affissa sul portone dell’Episcopio: grazie a un QR-code consente di ascoltare le voci e i racconti di chi visse quegli anni di coraggio e fraternità.
