Il Vangelo di domenica 25 maggio

VI DOMENICA DI PASQUA – ANNO C
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,23-29In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

1 ‑ Le vicende di Dio ‑ Queste parole di Gesù, pronunziate nell’ultima cena, si possono riferire alla sua morte imminente che alla risurrezione o all’ascensione che culmina nella pentecoste, come anche alla nostra vita che è una lunga attesa del ritorno di Gesù o all’epoca storica che stiamo attraversando, così gravida di segni premonitori, che sembra preludere a un arrivo imminente e straordinario del Signore. Il valore della pace è la somma di tutti i beni fondamentali della vita: umiltà, verità, amore, unità; essa li include, li custodisce e li rende operanti.
2 ‑ Non si turbi il vostro cuore ‑ Gesù raccomanda agli apostoli e a tutti noi di non perdere mai la calma e la serenità: Lui è sempre con noi! E nei momenti della prova lo è ancora di più. Chi ha fede salda, trova in questa certezza una risposta superiore a tutti i motivi di inquietudine. Gesù ci indica anche il modo attraverso il quale possiamo sentirlo presente: ‘Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a Lui e prenderemo dimora presso di lui’.
3 ‑ Vi lascio la mia pace ‑ La pace che Gesù ci lascia è il risultato dell’amore di Dio per noi e del nostro amore per Lui: tutto naturalmente è grazia di Dio. Una pace ben diversa dalla vita comoda, dall’accontentare se stessi, dal ‘farla franca’ scaricando le proprie responsabilità: gli unici espedienti che il mondo raccomanda agli ingenui, ai furbi e ai profittatori. La pace vera nasce soltanto da una coscienza tranquilla, che permette a ciascuno di guardarsi senza arrossire perché sono stati rispettati sino in fondo i ‘patti’ con Dio, con se stesso e con gli altri.
4 – Costruire la pace ‑ Dove l’uomo soffre e soccombe, dove c’è una necessità, dove è solitudine… lì manca la pace. Essa è la risultante di molteplici fattori: conoscenza, stima, rispetto ed equilibrio verso se stessi e verso gli altri, amore e solidarietà, speranza e sicurezza di vita. Il cristiano, ricco di fede e di speranza nell’aiuto di Dio, è chiamato ad agire con amore e spirito di solidarietà confortando e consolando tutti. S. Agostino la descrive magistralmente come ordinata concordia, in cui confluiscono realtà diverse: ‘La pace dell’anima e del corpo è l’ordinata concordia del pensiero, azione e appetiti. La pace dell’uomo mortale e di Dio è l’ordinata obbedienza, nella fede, alla legge eterna. La pace degli uomini è l’ordinata concordia. La pace della casa è l’ordinata concordia di comandare e ubbidire. La pace della Città celeste è la più ordinata concordia nel godere Dio e nel godere in Dio a vicenda. La pace di tutte le cose è la tranquillità dell’ordine. L’ordine è la disposizione delle cose uguali e disuguali, assegnando a ciascuna il suo posto’ (Città di Dio 19, 13).
5 – Punti concreti – L’obiettivo fondamentale dell’uomo è mettere in sicurezza tutta la vita. Ora, soltanto nella stabilità dell’eternità si può parlare di possesso pacifico e definitivo. Quindi occorre aderire in tutto e sempre al Signore, mettendo nelle sue mani la nostra esistenza. Non ci sono vie di mezzo o alternative. Solo a questo punto si raggiunge la pace del cuore, liberandoci da ogni forma di insicurezza e di paura. E la paura è la fuga dell’anima, mentre il desiderio è lo slancio dell’anima verso il proprio fine.