Il Vangelo di domenica 20 aprile

DOMENICA DI PASQUA «RISURREZIONE DEL SIGNORE» – MESSA DEL GIORNO – ANNO C

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,1-9

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

1 ‑ Al sepolcro ‑ Un gruppo di donne sale, di buon mattino, alla tomba di Gesù. Portano con sé gli aromi per completare l’imbalsamazione del suo corpo, ma si chiedono: chi ci aprirà la pesante pietra tombale? Esse non prevedono che dovranno superare anche i controlli delle guardie e infrangere i sigilli apposti dal sinedrio sul sepolcro per giungere fino ad un morto… Ma trovano una scena del tutto diversa: il sepolcro è aperto, non c’è più traccia di guardie. Scorgono anche un angelo che annuncia dall’interno: ‘Cristo è risorto, non è qui’! Tornano allora per dare l’annuncio a Pietro e Giovanni, i quali si muovono per andare a controllare: scorgono il sudario e le bende ben ricomposte a capo e piedi della lastra tombale; non possono, dunque, degli ipotetici ladri – come sostiene la Maddalena – avere rubato il Signore. Di fronte a tanta evidenza risorge la fede di Giovanni, testimone oculare della morte e sepoltura di Gesù: ‘Egli vide e credette’!  

2 ‑ È sempre così ‑ Anche oggi si ripete la stessa scena per ciascuno di noi. Portiamo la nostra piccola e fragile fede, le nostre piccole opere di bene, ma portiamo anche una pesante pietra nel cuore: sentiamo che ci manca Lui, l’Infinito e l’Eterno come dimensione normale della nostra vita sulla terra. S. Agostino sintetizza così il problema dell’esistenza in modo definitivo: ‘Quod aeternum non est, nihil est; quod aeternum est, semper est – Ciò che non è eterno, è nulla; ciò che è eterno è per sempre’ (Esposizione Salmo 2,6). La Pasqua comincia da questa nuova certezza: la Vita vince la morte nello spirito e nel corpo. Da Chi e quando sarà eliminata la nostra morte per sempre? Chi cambierà veramente la nostra vita e la situazione attuale del mondo? E poi, quanti cristiani con il loro comportamento incoerente fanno di tutto perché Gesù rimanga ancora chiuso nel suo sepolcro e non possa né parlare né agire? Tutti questi interrogativi trovano risposta solo nella realtà vissuta della Pasqua: Cristo con la sua morte e risurrezione ci salva per sempre dalla morte nel corpo e nello spirito!

3 ‑ Il sepolcro vuoto ‑ Prima le donne trovano il sepolcro vuoto, poi vedono Gesù risorto. Che cosa significa questo fatto? La morte è vinta per sempre! L’uomo non è più condannato a soccombere e morire perché il suo peccato è stato perdonato ed eliminato. La Risurrezione di Cristo è la risposta al problema ‘numero uno’: il male è distrutto, la morte cancellata. Per ora sussistono – è vero – le conseguenze del peccato, ma con la grazia di Cristo possiamo vincere la concupiscenza che ci spinge al male, trasformare i dolori e le prove della vita in strumenti di purificazione e maturazione; così, alla fine dei tempi, il nostro corpo risorgerà per unirsi definitivamente all’anima immortale.

4 ‑ Il dono di Pasqua ‑ La vera gioia pasquale nasce da un dono specialissimo di Gesù, fatto la sera di Pasqua agli apostoli nel Cenacolo: ‘Ricevete lo Spirito santo; a coloro ai quali rimetterete i peccati saranno rimessi, a coloro ai quali li riterrete saranno ritenuti’. Egli in tal modo conferisce loro il potere divino di rimettere i peccati degli uomini, cioè di farli risorgere dal male. Di che cosa non è capace la misericordia di Dio! Così la Pasqua diventa la festa dell’umiliazione di Gesù e del suo perdono, il ‘giorno ottavo’ che segna la risurrezione spirituale e definitiva di tutti gli uomini.

5 – Sono sempre con voi – Gesù lo ripete a ciascuno: ‘Sono risorto e resto sempre con te’! Il mistero pasquale si trasforma in una presenza continua di Cristo nella vita personale e fra noi. Egli ricolma di Sé il mio cuore e la mia vita, gira nelle stanze di casa, è in ufficio e in viaggio con me; è ovunque a guidare il cammino dell’umanità, anima tutte le comunità ecclesiali e civili! Questa presenza continua di Cristo risorto è stata una esperienza fortissima delle prime comunità cristiane; oggi purtroppo non è molto sentita come fatto normale della vita cristiana. Ripartiamo da qui.

6 ‑ Punti concreti ‑ Ma, allora, perché non riesco a percepire questa travolgente presenza di Cristo dentro e fuori di me? Quale pietra tombale ostruisce la vista di Cristo risorto? S. Paolo ci indica il rimedio: ‘Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, pensate alle cose di lassù’! In altre parole: cercatelo con la preghiera e, tutto ciò che fate, fatelo per Lui e con Lui in una visione di eternità, di valori divini e perenni. Così la Risurrezione diventa la motivazione vera e profonda di tutta la vita, l’unica che può reggere l’urto del male e della morte. Questo l’augurio e la consegna della Pasqua.