Il Vangelo di domenica 11 febbraio

Il Vangelo di domenica 11 febbraio VI domenica del Tempo ordinario  - Anno B

Dal Vangelo secondo MarcoMc 1,40-45In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. 

1 La lebbra Terribile malattia anche oggi, la lebbra, che nel­l’antichità era considerata il peggiore dei morbi per gli ef­fetti devastanti sull’organismo, in quanto incurabile e contagio­so. Non rimaneva al povero disgraziato che accettare la sua sor­te terminale e l’inevitabile segregazione dal consorzio umano. Per questo la lebbra è la tragica ed emblematica immagine del peccato, che devasta totalmente lo spi­rito dell’uomo e lo separa sia dall’amore di Dio che dei fratelli. 

2 Il peccato La cultura moderna ha abolito il concetto stesso di peccato, in quanto offesa a Dio, a se stesso e al prossimo. Una falsa educazione alla libertà, intesa come supremo arbitrio e infallibilità nell’agire, concorre a soffocare sul nascere la voce della coscienza, eliminando ogni rapporto di dipendenza con la legge della natura. Ora, dando un ascolto non superficiale alla ragione ed esaminando la ­realtà universale dei comportamenti umani, ci rendiamo facilmente conto del contrario: l’uomo non è affatto infallibile, anzi spesso sbaglia con effetti tragici: la fame, le malattie, la segregazione razziale, la violenza di ogni genere: guerre, terrorismo, delinquenza organizzata, droga, schiavismo, torture, prostituzione, la solitudine, l’isolamento, l’emarginazione… Ecco un quadro molto eloquente del disordine che è dentro l’uomo e si riversa fuori nella società. 

3 Le cause Tutto il male può essere ricondotto a due sentimenti: l’orgoglio e l’egoismo. Essi infatti annullano l’amore verso Dio e verso il prossimo. Al contrario, l’amore ci rende tutti figli di Dio e fratelli dell’uomo. Chi ama egoisticamente se stesso, odia gli altri e ‘chi odia il fratello è omicida’ (S. Giovanni). Ogni forma di emarginazione, discriminazione e divisione è offesa all’amore verso Dio e verso tutti. Ora, rimuovere queste cause è la condizione indispensabile per ottenere il perdono di Dio e degli uomini, per passare cioè dalla morte alla vita. Diventa lebbroso davanti a Dio chi tratta il fratello da lebbroso. 

4 La confessione Gesù ha ‘inventato’ la confessione per donarci la misericordia del Padre, che annulla i peccati personali e aiuta a vincere le cause dei peccati. A tre condizioni: proporci di cambiare vita, riparare in modo adeguato il danno arrecato al prossimo, ottenere il perdono da un sacerdote. Queste condizioni restituiscono ogni garanzia a chi ha peccato e gli donano la vera pace della coscienza. Il sacramento divino della confessione è un autentico atto di amore verso se stessi, che deve trasformare il cuore e la vita con la grazia di Dio: ‘Ti sono rimessi molti peccati perché hai molto amato – La carità copre una moltitudine di peccati’ (Vangelo). 

5 Punti concreti – a) Accostarsi regolarmente e responsabilmente al sacramento della confessione per condurre una profonda vita interiore; b) prima di agire, ascoltare sempre la voce di Dio nella coscienza, confrontandola con la Parola di Dio; c) tenere presenti le seguenti motivazioni: ‘Fate tutto per la gloria di Dio’ – ‘Non date ad alcuno motivo di scandalo’ – ‘Fatevi imitatori di Cristo’ (S. Paolo).