Al cinema: Giovani madri
Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne. Interpreti principali: Babette Verbeek (Jessica), Elsa Houben (Julie), Janaina Halloy (Ariane), Lucie Laruelle (Perla), Samia Hilmi (Naima).
Jessica, Julie, Ariane, Perla e Samia sono cinque adolescenti che vivono in una casa famiglia, un luogo protetto dove vivono con il bimbo appena nato o che sta per nascere.
Questa è, in sintesi, la trama dell’ultimo film dei fratelli Dardenne. Jean Pierre e Luc Dardenne sono nati ad Angis (Liegi, nella regione francofona della Vallonia) rispettivamente nel 1951 e nel 1954. Provenienti da una famiglia operaia e solidamente cattolica, dopo i loro studi (Luc studia filosofia nell’Università cattolica di Lovanio, mentre Jean Pierre segue la scuola d’arte drammatica) fondano insieme una casa di produzione cinematografica e dopo i primi tentativi diventano famosi per “La promessa”, ma è soprattutto con “Rosetta” che nel 1999 vince la Palma d’Oro a Cannes e il Premio speciale della Giuria Cattolica che conquistano grande successo di critica e di pubblico; ancora con “Il figlio” del 2002 ottengono una menzione speciale.
Da allora i fratelli Dardenne hanno sempre mantenuto fede ad un cinema che coniuga grande profondità morale insieme ad uno sguardo lucido e mai cinico, sulla persona e sulla realtà. Per “Giovani madri” hanno seguito per molto tempo l’ambiente e le persone che vivono in una casa famiglia nella città di Liegi, un luogo dove trovano appoggio e rifugio ragazze giovanissime, che affrontano la maternità lontano dall’ambiente familiare che dovrebbe proteggerle.
Ognuna di queste ragazze (interpretate da giovani attrici alle prime armi) ha alle spalle una vita di abbandono, o di tossicodipendenza o di violenza. I registi non mostrano nessuna immagine di quel passato, ma si concentrano, in modo rispettoso sul modo in cui ognuna di loro lotta per trovare un posto nel mondo, o un appoggio, talvolta illudendosi. La macchina da presa le segue nella loro quotidianità, mentre cercano di imparare ad accudire un bimbo, mentre loro stesse sono alla ricerca di una stabilità e una identità.
Accanto ad esse vi sono dei bimbi (neonati) che attendono solo di essere amati a loro volta. Non è un film pietoso, ma sicuramente non manca di commuovere e soprattutto di interrogare, e nonostante le possibili cadute a cui vanno incontro le protagoniste, per ognuna si dà la possibilità di una rinascita e una speranza. Merita di essere visto.

