Leone XIV: «Non c’è grido che Dio non ascolti»

(Foto SIR)

Il dolore, la fragilità, il desiderio di uscire da una condizione di morte, chiedere a gran voce di essere visti e dunque liberati da un giogo che attanaglia, lasciare le proprie sicurezze per rimettersi in cammino, certi che la fede in Dio salva e fa rinascere. Sono tanti gli spunti che offre la vicenda del cieco Bartimeo, al centro della catechesi di Papa Leone XIV che, mercoledì 11 giugno – dopo un giro in papamobile tra i numerosi fedeli, circa 40 mila accorsi in Piazza San Pietro, tra ombrelli per ripararsi dal sole, bandiere di vari Paesi tra cui quella del Perù – si sofferma per la sua riflessione sulle guarigioni operate da Gesù ed esorta a reiterare il grido di Bartimeo quando è grave il peso della vita.

“Molte volte, quello che ci blocca sono proprio le nostre apparenti sicurezze, quello che ci siamo messi addosso per difenderci e che invece ci sta impedendo di camminare”, l’analisi di Papa Leone: “Per andare da Gesù e lasciarsi guarire, Bartimeo deve esporsi a Lui in tutta la sua vulnerabilità”, ha spiegato: “Questo è il passaggio fondamentale per ogni cammino di guarigione”. “Bartimeo è cieco, ma paradossalmente vede meglio degli altri e riconosce chi è Gesù!”. E Gesù risponde al suo grido riattivando la sua vita: “Lo spinge a rialzarsi, si fida della sua possibilità di camminare”. “Quell’uomo può rimettersi in piedi, può risorgere dalle sue situazioni di morte. Ma per fare questo deve compiere un gesto molto significativo: deve buttare via il suo mantello!”, ha osservato il Santo Padre: “Per un mendicante, il mantello è tutto: è la sicurezza, è la casa, è la difesa che lo protegge. Persino la legge tutelava il mantello del mendicante e imponeva di restituirlo alla sera, qualora fosse stato preso in pegno”.