Comunità diocesana
La Caritas diocesana sostiene Global Sumud Flotilla

Sabato 30 agosto la partenza delle imbarcazioni che anche da Genova tenteranno di raggiungere Gaza
La Diocesi di Genova, attraverso Caritas diocesana, sostiene la missione di Global Sumud Flotilla, un coordinamento internazionale di volontari, associazioni non governative e persone comuni che intende rompere il blocco navale nella Striscia di Gaza per portare aiuti e beni di prima necessità alla popolazione palestinese. Le imbarcazioni della Flotilla salperanno da diversi porti del Mediterraneo; da Genova la partenza è prevista sabato 30 agosto.
Per questo, in città è stata avviata in queste ore una mobilitazione generale, organizzata con Music for Peace e il Calp, Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali, con l’obiettivo di raccogliere 40 tonnellate di generi alimentari da caricare sulle navi in partenza.
A questo appello ha aderito prontamente anche la Diocesi di Genova, che attraverso Caritas sta acquistando beni alimentari da inviare nella Striscia attraverso la spedizione della Global Sumud Flotilla. Un segno di presenza e partecipazione per testimoniare l’impegno della Chiesa nel dare soccorso alle popolazioni stremate.
Sabato 30 agosto è in programma una fiaccolata cittadina al termine della quale è prevista la partenza delle navi: don Gianni Grondona, Vicario Episcopale per la Sinodalità, sarà presente per la benedizione delle imbarcazioni che da Genova tenteranno di raggiungere Gaza.
Per contribuire alla raccolta è necessario attenersi alle indicazioni degli organizzatori: farina, riso, pasta, zucchero (𝐩𝐚𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐚 𝐦𝐞𝐳𝐳𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐥𝐨 𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐥𝐨), biscotti, pelati e legumi (𝐢𝐧 𝐥𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝟒𝟎𝟎 𝐠𝐫), miele o marmellata, tonno con scadenza a partire da agosto 2026.
«La nostra Diocesi – spiega don Andrea Parodi, Vicario episcopale per la carità – offre il proprio contributo alla mobilitazione generale per Gaza e al tentativo della Global Sumud Flotilla di portare aiuto concreto alla popolazione stremata dalla guerra, dalla devastazione, dalla fame. È un’azione che sta coinvolgendo ampi settori della società civile e la comunità ecclesiale per dare soccorso materiale ma anche per affermare l’urgenza di convertire i cuori e di porre fine alla devastazione del popolo palestinese e al dolore degli ostaggi israeliani e delle loro famiglie».

Foto AFP/SIR