Emergenza casa, cosa fa la Diocesi di Genova

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Pippo Armas e don Massimiliano Moretti raccontano l’impegno di Caritas diocesana e del punto di ascolto “Emergenza casa e persona” della parrocchia di Santa Zita

Nel Discorso alla Città pronunciato lo scorso 24 giugno nella Solennità di San Giovanni Battista, Mons. Marco Tasca è tornato a parlare dell’emergenza abitativa, dettagliando anche alcuni numeri che riguardano la nostra città e delineandone le cause principali: «Attualmente – ha detto l’Arcivescovo – si registrano circa 2.000 richieste di sfratto, in gran parte per morosità. Le persone sfrattate difficilmente sono ricollocabili in altri appartamenti, poiché le loro condizioni economiche non permettono garanzie sufficienti per poter firmare contratti d’affitto e, molto spesso, finiscono in strada».

La Diocesi di Genova, da moltissimi anni, è impegnata a vario titolo e con vari Enti sul territorio a fronteggiare questa emergenza, che si è acuita molto nell’ultimo periodo. La perdita della casa o l’impossibilità a sostenerne le spese sono determinate da una serie di cause e di difficoltà, enumerate anche dall’Arcivescovo nel suo Discorso annuale: reddito basso, mancanza di una rete di sostegno, solitudine, problemi sanitari, costi per l’istruzione dei figli. «Le categorie di persone che chiedono aiuto alle nostre strutture per questo problema sono abbastanza eterogenee. Stiamo però riscontrando che donne anziane, spesso vedove con piccole pensioni di reversibilità, si trovano sempre più spesso a dover affrontare queste difficoltà: o pagano le bollette delle utenze e le spese per il cibo, o pagano l’affitto e le rate dell’amministrazione condominiale».

L’emergenza abitativa, dunque è il frutto in primo luogo dell’aumento delle spese per il mantenimento della casa e della progressiva perdita del potere d’acquisto delle famiglie.

La Diocesi, grazie alla sua rete di solidarietà e di ascolto, prova a intercettare le situazioni problematiche, e ne sa analizzare anche le cause principali che ne sono origine.

L’azione della Diocesi e della Caritas

La Caritas diocesana è presente in modo capillare sul territorio attraverso i Centri di Ascolto. Negli ultimi anni, gli operatori locali hanno riscontrato che il 29% delle persone che afferiscono ai Centri segnala un problema legato alla mancanza o al mantenimento dell’abitazione. Di questi, il 65% abita in appartamenti in affitto.

Attraverso i fondi dell’8xmille (la Diocesi destina alla carità oltre 1 milione di euro all’anno), Caritas diocesana può garantire, in prima istanza, un aiuto economico alle persone che si trovano in difficoltà.

Rispetto all’emergenza casa, però, occorrono interventi più strutturali. Caritas si muove su diversi fronti.

In primo luogo, attraverso mense, dormitori e unità di strada si offre assistenza alle persone senza fissa dimora. Si tratta anche in questo caso – ci racconta Pippo Armas, Direttore di Caritas diocesana – di una risposta concreta al problema alloggiativo, che vede impegnati anche altri Enti ecclesiali come la Comunità di Sant’Egidio, San Marcellino, le suore di Pra’ e i frati di Voltri.

Inoltre, ci spiega il Direttore Caritas, «non manca il sostegno alle mamme con bambini nei Centri di Aiuto alla Vita, al Punto Emergenza Prè e al Circolo Oasis; la Diocesi è presente anche nell’educazione e nella formazione attraverso i corsi professionali per l’inserimento lavorativo, nel sostegno psicologico offerto dai Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana. Tutti tasselli di una rete di solidarietà finalizzata soprattutto alla prevenzione delle emergenze, anche quella abitativa, che è generata da molte cause diverse fra loro, non solo quella economica».

Diverse parrocchie, inoltre, hanno messo a disposizione degli alloggi: Virgo Potens, San Francesco di Bolzaneto, San Fruttuoso, Diecimila Crocifissi, San Giacomo Maggiore a Pontedecimo, N.S. del Soccorso e S. Rocco a Pra’, S. Maria Immacolata. Ed esistono alcuni centri di accoglienza legati a parrocchie, come avviene a Nervi, alle Vigne e a Bolzaneto. Anche alcuni Enti diocesani hanno messo a disposizione delle abitazioni, così come alcuni privati. Caritas e Fondazione Auxilium garantiscono il loro supporto, grazie agli operatori, nella gestione di queste abitazioni. E non mancano gli alloggi sottratti alle mafie e gli alloggi ristrutturati con finanziamenti privati che ospitano famiglie in attesa di un alloggio di edilizia popolare.

Una serie molto vasta di possibilità, che offre alloggio a circa 400 persone ogni anno.

L’esperienza del punto di ascolto “Emergenza casa e persona” della parrocchia di Santa Zita

L’esperienza del gruppo “Emergenza Casa e Persona” è nata nella parrocchia di Santa Zita nel marzo 2021, a seguito della pandemia. «Molte persone – ci racconta don Massimiliano Moretti, attuale parroco – hanno bussato alla porta della parrocchia per chiedere un aiuto o un sostegno nel timore di perdere la loro abitazione. Molte di loro arrivavano già con la lettera di sfratto o con un decreto del Tribunale che intimava loro di lasciare la casa». Da questa sollecitazione è nato il progetto, finalizzato specificamente all’aiuto e al sostegno nelle situazioni di emergenza legate alla casa; don Massimiliano ha riunito un piccolo nucleo di persone che partecipavano alla S. Messa e, pur non appartenendo nello specifico a nessun gruppo parrocchiale, avevano competenze e professionalità da mettere a disposizione.

«Il passo iniziale è stato quello di sensibilizzare la comunità parrocchiale a questo progetto. Ci siamo accorti fin dall’inizio che la generosità era tanta, e le prime raccolte con questa finalità sono state inaspettatamente molto alte. Dopo questa fase iniziale, abbiamo ricevuto due grandi offerte, che ci hanno responsabilizzato profondamente». Da questo momento – racconta don Massimiliano – il gruppo dei volontari si è ampliato e si è dotato di persone con competenze trasversali, tutte utili allo scopo. «Ci sentiamo particolarmente responsabili delle risorse che ci vengono affidate, e per questo cerchiamo di impiegarle il più velocemente possibile».

In 4 anni, infatti, il punto di ascolto ha intercettato ben 230 casi, per un totale di circa 500 persone. Si tratta dunque di un presidio ben radicato sul territorio e di un punto di riferimento per molti: «Anche gli assistenti sociali sempre più spesso ci indirizzano alcune persone e alcuni casi. Oggi stiamo aiutando una quindicina di famiglie».

L’obiettivo è quello di impedire che le persone perdano l’alloggio per le insolvenze, o fare in modo che riescano a pagare gli affitti e le spese degli alloggi che gli sono stati assegnati. In questo progetto, le famiglie sostenute sono a loro volta responsabilizzate affinché, quando possibile, possa essere restituito quanto ricevuto. «Come ha segnalato anche l’Arcivescovo nel Discorso alla Città – spiega don Massimiliano – abbiamo molti casi di vedove con pensioni di reversibilità molto basse. Impossibile che riescano a provvedere a tutto. In questi casi, come in altri, interveniamo per prevenire che si perda l’alloggio di residenza».

Recentemente, in un incontro con Caritas e Fondazione Auxilium, uno scambio di idee ed esperienze comuni sul tema “casa” ha portato all’idea di organizzare congiuntamente un tavolo che coinvolga tutti gli Enti che in Diocesi si occupano di casa. Si tratta di una rete diocesana capillare, in cui ciascuno fa la sua parte ma che si muove insieme.

«L’Arcivescovo ha incontrato l’anno scorso gli operatori, e ci ha stimolato ad andare avanti in questo progetto. Per questo l’impegno della parrocchia non si ferma. Santa Zita è considerata la patrona dei poveri, e non credo che sia casuale che questa esperienza sia nata proprio qui».

A cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali