Catechesi nell’arte – Papa Francesco e l’arte “città rifugio”

A poco più di una settimana dalla morte del Santo Padre, Papa Francesco, ci piace ricordarlo anche per il suo pensiero sull’arte. Qualche settimana fa, il 16 febbraio, il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione del Vaticano, ha letto il testo che il Papa aveva preparato per il Giubileo degli artisti e del mondo della cultura, al quale non aveva potuto essere presente, per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute: «L’arte, vi si legge, non è un lusso, ma una necessità dello spirito. Non è fuga, ma responsabilità, invito all’azione, richiamo, grido». L’importanza dell’arte e della visione del Santo Padre ha avuto un momento emblematico nello storico arrivo di papa Francesco alla Biennale d’Arte di Venezia del 2024 (nella foto).
Nessun pontefice, prima di lui, aveva messo piede alla più importante manifestazione internazionale d’arte contemporanea. Il Padiglione della Santa Sede, ospitato all’interno del carcere femminile della Giudecca, è stato al centro della visita del pontefice. Il padiglione, intitolato “Con i miei occhi”, presentava opere di otto artisti internazionali (tra cui Maurizio Cattelan, Sonia Gomes, Simone Fattal e Claire Tabouret) e affrontava il tema dei diritti umani e della dignità degli ultimi, cardine del pensiero di Francesco.


Nel discorso rivolto agli artisti, Francesco ha sottolineato che l’arte è una “città rifugio”, uno spazio che si oppone alla violenza e alla discriminazione, e che ha il potere di costruire appartenenza e accoglienza.
Nel suo incontro del 2019 con i rappresentanti dell’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani (AMEI), ha sottolineato l’importanza di aprire le porte dei musei della Chiesa al pubblico più vasto possibile, con attenzione particolare ai giovani, alle famiglie, ai migranti e ai poveri. Francesco ha invitato i musei a non essere luoghi statici o autoreferenziali, ma veri spazi di dialogo tra la fede, la storia e il presente. Papa Francesco ha espresso una visione chiara del ruolo dei musei all’interno della Chiesa e della società: secondo lui, i musei non devono essere intesi come luoghi statici, autoreferenziali o destinati a un’élite colta.
Al contrario, devono trasformarsi in spazi vivi, accessibili, aperti all’incontro, capaci di parlare a tutti, in particolare ai poveri, ai dimenticati, agli ultimi della società.
Papa Francesco ha affidato alcune sue riflessioni sul ruolo dell’arte e degli artisti, sui musei e il loro rapporto con la società al volume “La mia idea di arte” (pubblicato da Mondadori nel 2015 a cura di Tiziana Lupi), indicando anche una sorta di galleria ideale che dal Torso del Belvedere all’Obelisco di San Pietro, dalla volta della Sala di Costantino di Raffaello alla Deposizione di Caravaggio, dalla Cappella Sistina giunge fino alla sua Renault 4. L’arte, si legge già sulla copertina, «non deve scartare nessuno. Come la Misericordia». Un concetto su cui ritorna più volte, ricordando che: «Questo è il ruolo del poeta, dell’artista: contrastare la cultura dello scarto ed evangelizzare».