Genova e Liguria
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Omaggio ad Aldo Gastaldi "Bisagno"

Celebrazione a Rovegno presieduta da Mons. Nicolò Anselmi; erano presenti il Sindaco Marco Bucci e altre autorità

Omaggio ad Aldo Gastaldi "Bisagno"

La mattina del 15 giugno scorso a Rovegno si è tenuta la cerimonia in ricordo di Aldo Gastaldi "Bisagno" alla presenza di autorità religiose, civili, militari e di una moltitudine di persone che ha raggiunto il luogo da Genova e da varie città del nord Italia.

E’ stato un momento storico, una giornata speciale, di quelle che rimangono nel cuore, ricca di ricordi e di emozioni, in cui si respirava un clima di grazia che sono certo molti presenti hanno potuto cogliere.
L’evento è iniziato con l'inaugurazione, da parte del Sindaco di Genova Marco Bucci e di quello di Rovegno Giuseppe Isola, del restauro del suggestivo monumento del partigiano Nicola Neonato.
Subito dopo ha avuto inizio la Celebrazione Eucaristica, che è stata presieduta dal Vescovo Ausiliare della Diocesi di Genova, Mons. Nicolò Anselmi.
Erano presenti don Giacomo Ferraglio, don Matteo Pescetto, don Domenico Barattini e don Roberto Isola.

All’inizio della Santa Messa l’Avvocato Emilio Artiglieri, postulatore della causa di beatificazione, ha dato completa lettura del Libello, ovvero del documento presentato al Cardinale Angelo Bagnasco per la richiesta di avvio del processo canonico, avvenuto ufficialmente il 31 maggio scorso con la firma dell’Editto.

Particolarmente significativa è la parte finale dello scritto redatto dal postulatore:
“Negli anni, fino ad oggi, si è mantenuto sempre vivo, ed anzi sembra crescente, il devoto ricordo dei genovesi (e non solo) nei suoi confronti, come risulta anche dalle numerose testimonianze che si possono allegare e che mettono in luce soprattutto la sua straordinaria fede e la sua dirittura morale.
La causa di canonizzazione del laico Aldo Gastaldi, servirà a proporre un autentico modello di virtù cristiane e di piena maturità umana conseguita, con l’aiuto della grazia, pur nella giovane età, testimonianza della perenne verità del Vangelo nella propria esistenza.
Gioverà quindi a rafforzare, soprattutto nei giovani, il convincimento che, come insegna Papa Francesco, “la santità è un dono, è il dono che ci fa il Signore Gesù, quando ci prende con sé e ci riveste di sé stesso, ci rende come Lui … la santità non è riservata soltanto a coloro che hanno la possibilità di staccarsi dalle faccende ordinarie, per dedicarsi esclusivamente alla preghiera … siamo chiamati a diventare santi ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui ci si trova …
Sempre in ogni posto si può diventare santo, cioè ci si può aprire a questa grazia che ci lavora dentro e ci porta alla santità” (Insegnamenti di Francesco, 2/2 [2014], Città del Vaticano 2014, pp. 554 - 556).
Appaiono altresì molto pertinenti al caso le parole di Papa Benedetto XVI, il quale, a proposito di un santo combattente, San Nuno de Santa Maria, ebbe a dire: “Sono felice di indicare a tutta la Chiesa questa figura esemplare proprio per la presenza di una vita di Fede e di preghiera in contesti apparentemente a questa poco favorevoli, essendo la prova del fatto che in qualsiasi situazione, anche di carattere militare e bellico, è possibile mettere in pratica i valori e i principi della vita cristiana, soprattutto se questa è posta al servizio del bene comune e della gloria di Dio” (Omelia di Domenica 26 aprile 2009).
Queste parole trovano felice e perfetta applicazione ad Aldo Gastaldi, che, pur nella terribile temperie della guerra, dei contrasti e degli odi che l’accompagnavano, ha saputo mantenersi, con uno straordinario esercizio delle virtù cristiane, fedele al messaggio di carità del Vangelo.”

Nell’omelia Mons. Anselmi ha sottolineato la pertinenza delle letture contemplate nella Liturgia del giorno con la personalità di Aldo.
Facendo riferimento alla Lettera di S. Paolo alla comunità di Corinto, ha svolto una profonda riflessione sul senso della Giustizia divina, basata sul criterio della riconciliazione e non della divisione, che deve sempre essere inserita nella logica della Verità, ma con la finalità della riconciliazione, che diviene Giustizia di Dio.
La Giustizia di Dio, ha affermato Sua eccellenza, non mai è retributiva, perché supera quella degli uomini, ed ha il sapore dell’amore e della pace, sentimenti che Aldo ha incarnato con la sua testimonianza di vita.
Al termine della Santa Messa, dopo il caloroso saluto del primo cittadino di Rovegno Giuseppe Isola, il Sindaco di Genova Marco Bucci ha tenuto l’orazione ufficiale, nella quale ha ripercorso la storia di Bisagno definendola “luminosa tragica ed edificante” per le persone che hanno combattuto al suo fianco.
Il Sindaco si è soffermato sul senso di patria di Bisagno, che iniziava dagli uomini e dalle famiglie che gli stavano accanto.
Il primo cittadino ha fatto cenno al dramma che Bisagno visse nell’utilizzo delle armi, dalle quali mai però si fece dominare, ribadendo il suo senso di Giustizia, che gli permise "pur avendo un arma in mano, di vedere un uomo anche nel suo nemico".
“Bisagno - afferma Marco Bucci, fu un uomo libero, non si fece mai piegare da logiche di potere, di poltrone e di partiti. Tutto il suo agire fu contraddistinto da una profonda fede religiosa”. Una fede cattolica respirata tra le mura domestiche che lo condusse afferma il primo cittadino: “ad un altissimo senso di altruismo e responsabilità".
Il Sindaco ha espresso con chiarezza la sua approvazione all’apertura della causa di beatificazione di Bisagno, ringraziando il Cardinale Angelo Bagnasco per l'iniziativa e rendendo disponibile alla causa tutto ciò che il Comune possiede nei suoi archivi, in riferimento alla figura di questo giovane che può essere oggi esempio per i rappresentanti delle istituzioni e non solo.
“Bisagno” ha affermato il Sindaco, “può indicarci la strada per diventare persone migliori, capaci come lui di infondere agli altri coraggio e speranza”.

La cerimonia si è conclusa con l’intervento dell’omonimo nipote di Bisagno, il quale, ringraziando tutti i presenti, ha sottolineato che la finalità del Comitato Aldo Gastaldi “Bisagno”, non è quella di proporre alcun mito, ma la bellezza di una testimonianza di vita e di fede di un giovane, che ha fondato la sua vita sulla radicalità del Santo Vangelo, morendo a 23 anni rimanendovi fedele sino alla fine.

*Comitato Aldo Gastaldi “Bisagno”

Fonte: Il Cittadino
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