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10 anni di Evangelii Gaudium

Venerdì 24 novembre alle 18.00 un convegno alla Sala Quadrivium 

10 anni di Evangelii Gaudium

L'Arcidiocesi di Genova ha organizzato un incontro venerdì 24 novembre alle 18 alla Sala Quadrivium dal titolo: "La conversione pastorale della Chiesa che è in Genova". Relatore don Giuliano Zanchi, Direttore della Rivista del Clero Italiano, con il contributo al dibattito di Gigi Borgiani, Franco Macchiavello, Sergio Casali, Mauro Caputo, e modera Tiziana Oberti, giornalista di Primocanale.

A pochi mesi dall’inizio del suo pontificato Papa Francesco rivela il suo sogno: “Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di ‘uscita’ e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia”.
È questa una delle frasi più incisive che leggiamo nella esortazione apostolica Evangelii Gaudium di cui, il prossimo 24 novembre, ricorrono i 10 anni dalla pubblicazione. E proprio venerdì 24 novembre la nostra Diocesi promuove un incontro alla Sala Quadrivium, ore 18.00, per riflettere su questi 10 anni e “sulla conversione pastorale della Chiesa che è in Genova”. Ne parleremo insieme a don Giuliano Zanchi, direttore della Rivista del Clero Italiano, in un colloquio a più voci moderato dalla giornalista Tiziana Oberti.
L’esortazione segna l’inizio di una svolta che Francesco, raccogliendo l’eredità dei suoi predecessori e di tutto il magistero della Chiesa, desidera imprimere per il rinnovamento della chiesa. Quando fu pubblicata, l’esortazione fece avvertire in tante pagine un desiderio di ripartenza. Ispirata ai lavori svolti dall’Assemblea del Sinodo dei vescovi del 2012, dedicata alla “nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, l’esortazione offrì allora una sorta di “road map” per il cammino della Chiesa negli anni che stiamo vivendo. “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù” (EG 1); “La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria” (EG 21).
Francesco cita l’Enciclica Deus Caritas est del suo predecessore Benedetto XVI: “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva” (EG 7). È questa la condizione di partenza: prima di presumere di proporre agli altri la via del Vangelo, occorre che ogni vite sia ben legata ai tralci. Sarà così possibile una presenza nel mondo che non odora di proselitismo ma che esprime uno stile cristiano gioioso e contagioso, che nasce dall’esperienza dell’incontro personale con Cristo. Perché, ripete il Papa, “solo grazie a questo incontro - o reincontro - con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo riscattati dalla nostra coscienza isolata e dalla nostra autoreferenzialità” (EG 8).
Alla essenzialità dell’incontro personale con Cristo si associa la profonda coscienza di appartenere ad un popolo che nella storia prosegue e persegue l’universale disegno di amore del Padre. Ma, insiste il pontefice, la missione affidata alla Chiesa non ha come sorgente e protagonista la Chiesa. È l’incontro con Cristo e quello che Lui opera che ne determina la presenza nel mondo. La ragion d’essere propria della Chiesa è sperimentare e proporre agli altri la salvezza gioiosa donata da Cristo risorto ed è la vocazione di tutti i cristiani. Una vocazione universale cui nessuno risponde per sforzo proprio. La Evangelii Gaudium ripete in tanti passaggi che l’evangelizzazione non può mai essere intesa come “un eroico compito personale, giacché l’opera è prima di tutto Sua” (EG 12).
Chiarito questo ci possiamo domandare: ma, concretamente, quali cambiamenti ha significato e prodotto l’esortazione? E oggi, sulla scia di quello slancio impresso da Francesco, come pensiamo o meglio ripensiamo il nostro essere cristiani nella storia?
Accanto ad una chiesa in rinnovamento, in uscita, nella esortazione il papa ha scritto di “sfide”, che oggi troviamo ancora più dure e amplificate in un mondo in cui Dio è sempre più assente e lontano e gli uomini sempre più indifferenti (cap.2), e ha scritto della dimensione sociale dell’evangelizzazione (cap.4). Come abbiamo risposto?
L’incontro proposto per la sera del 24 novembre ha lo scopo di “riascoltare” la proposta dell’esortazione e di ricominciare nella dimensione che il cammino sinodale sta maturando.

*L'autore è direttore Fondazione Auxilium

Fonte: Il Cittadino
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