Chiesa e mondo
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Il dialogo missionario in Africa

Settimana Italia&Africa a cura del Consorzio SPeRA

Il dialogo missionario in Africa

Un'occasione per conoscere l'impegno per il dialogo interreligioso della Chiesa missionaria in Africa, arricchita dalla preziosa testimonianza di Padre Luigi Maccalli, della Società Missioni Africane.
È l'incontro organizzato mercoledi 14 giugno nella Chiesa di S. Maria di Castello in occasione della "Settimana Italia&Africa", realizzata dal consorzio SPeRA (Solidarietà, Progetti e Risorse per l'Africa), operante nel campo della cooperazione internazionale per sostenere i Paesi più poveri in attività umanitarie, di beneficenza e solidarietà, soprattutto a favore del continente africano.
Il convegno, aperto alla cittadinanza e giunto alla sua tredicesima edizione, ha coinvolto dal 12 al 16 giugno esperti e rappresentanti del mondo del sociale, dell'università e del sistema produttivo per raccontare l'Africa dal punto di vista delle associazioni italiane che vi operano e per riflettere sulle sue opportunità di sviluppo. "Proprio in Africa - ha detto Don Francesco di Comite, che ha moderato l'incontro di mercoledì - giunge Paolo VI pochi anni dopo l'istituzione del Segretariato per i non cristiani nel 1964. Papa Montini è il primo pontefice a mettere piede, con la sua visita in Uganda nel 1969, in un Paese africano e a esprimere l'urgenza per la Chiesa di mettersi in dialogo con i non cristiani: inizialmente con l'ebraismo, dopo il Vaticano II con tutti".
Una sfida particolarmente importante in un contesto multireligioso come quello africano e che "interroga non solo la Chiesa, ma l'intera umanità", come ha sottolineato padre Gigi Maccalli, per 23 anni missionario nel nord-est della Costa d'Avorio e nel sud-ovest del Niger, dove nel 2018 è stato sequestrato da un gruppo di estremisti islamici che lo ha tenuto per due anni e tre settimane prigioniero.
"Il dialogo è il nostro modo di intendere la missione. - ha detto padre Maccalli, in collegamento - In Africa abbiamo praticato e vissuto la "pastorale della stuoia", cioè dell'ascolto paziente e quotidiano. Da questo impegno sono nate iniziative importanti in favore dei poveri, come in Niger i corsi di alfabetizzazione per gli adulti, le maternità e il centro nutrizionale. L'attività della Chiesa in questo Paese coinvolge anche molti musulmani, che si impegnano con amore e dedizione per il prossimo".
Padre Gigi ha saputo tener viva questa vocazione al dialogo con tutti anche nei difficili anni di prigionia nel mezzo del deserto tra Niger, Mali e Algeria, in cui ha sperimentato l'odio del radicalismo islamico, ma anche la solidarietà di molti amici musulmani. "Fin da subito mentre ero improgionato ho cercato di umanizzare le relazioni con i miei carcerieri: li chiamavo per nome e tentavo di riconoscere che anche loro in fin dei conti erano ostaggi, giovani vittime dell'analfabetismo, della propaganda e delle violenze. Quando mi hanno rilasciato gli ho stretto la mano". Un gesto straordinario di uomo che ha testimoniato con la sua esperienza la forza del dialogo. Ad un video è stata invece affidata la testimonianza di suor Sandra Capitano, da 13 anni missionaria in Algeria, Paese in cui la Chiesa vive da minoranza "silenziosa, ma creativa e resiliente". "La missione - ha detto suor Sandra - è stata una scuola di vita, in cui ho scoperto la presenza di Dio negli altri. All'origine non c'è una relazione con delle altre religioni, ma con delle persone, dei fratelli e delle sorelle di diverse religioni".
L'incontro si è concluso con i saluti del vicario episcopale per l'annuncio del Vangelo e per la missionarietà monsignor Gianfranco Calabrese, in rappresentanza dell'arcivescovo Marco Tasca, e una breve preghiera a sostegno del lavoro della Chiesa per il dialogo e la pace in Africa.

Fonte: Il Cittadino
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