Al Museo Diocesano inaugurata la mostra “Sacro&Pop”

La “Quasi oliva speciosa in campis” di Nicolò Barabino in mostra fino al 23 febbraio

È stata inaugurata ieri al Museo Diocesano la mostra “SACRO & POP. La Quasi oliva speciosa in campis di Nicolò Barabino, capolavoro della pittura dell’Ottocento”, che rimarrà allestita fino al 23 febbraio.

Il progetto fa parte di un’iniziativa più articolata, coordinata da Leo Lecci (Università di Genova) e Francesca Serrati per il Comune di Genova, intitolata “OTTOCENTO SVELATO. RACCONTI DI COLLEZIONI E MUSEI NELLA GENOVA DEL XIX SECOLO” che riunisce diverse iniziative di mostra accomunate dalla volontà di far conoscere aspetti meno noti del patrimonio culturale genovese del XIX secolo.

Il quadro di Nicolò Barabino esposto al Museo – la famosa Madonna con Bambino – è stato eseguito per la chiesa di Santa Maria della Cella in Sampierdarena (città natale dell’artista). Il dipinto fu presentato alla Esposizione Nazionale di Venezia del 1887, dove, notato dalla regina Margherita di Savoia, fu acquistato e collocato nella camera da letto della sovrana presso la Villa Reale di Monza. Barabino dovette così realizzare per la chiesa di Sampierdarena una replica cui apportò significative varianti, specie nella scelta degli elementi di contorno, sostituendo tra l’altro la presenza di simboliche arance con ricche fronde di ulivo, da cui derivò la popolare definizione di Madonna dell’ulivo con cui l’opera è anche conosciuta. Un altro passo importante fu la commissione per l’ancor più complessa Madonna del Rosario destinata alla basilica di Santa Maria Immacolata in Genova. Ma Barabino realizzò ulteriori repliche, per esempio nel piccolo trittico acquistato dal banchiere genovese Luigi Rossi, stimolando anche altri artisti come lo scultore Giulio Monteverde che rielaborò la Quasi oliva nel gruppo marmoreo scolpito per la tomba di Domenico Balduino a Staglieno.

Le due versioni principali della pala furono da subito oggetto di una divulgazione di immagine straordinaria, innanzitutto attraverso la fotografia e poi mediante la sua riproduzione in oggetti finalizzati a una devozione domestica trasversale rispetto ai ceti: copie di artisti dilettanti, disegni, stampe, immaginette, finti arazzi e stendardi, sbalzi metallici, statuine in maiolica policroma.

Sulla base della vasta diffusione di quest’immagine, il Museo darà il “via” ad un parte di “mostra partecipata”: chiunque conservi in casa, tra i ricordi dei nonni o nelle soffitte un’immagine della Quasi oliva sarà invitato acomunicarlo al Museo, inviando una mail a info@museodiocesanogenova.it con i dati dell’opera (materiale, misure), un’immagine e se possibile un pensiero, un ricordo che dia significato all’oggetto all’interno delle proprie memorie famigliari. Tutti questi oggetti saranno presenti in mostra all’interno di un video, destinato ad arricchirsi di versioni di questa famosa immagine e dei legami di affetto che verso di essa custodivano i suoi possessori.

Info e orari. La mostra è aperta al pubblico in orario di museo (www.museodiocesanogenova.it) e visitabile tramite acquisto del biglietto d’ingresso (8 Euro, 6 Euro per ridotti e associazioni; biglietti cumulativi speciali per iniziative collaterali).