Al cinema: Zvanì

Regia di Giuseppe Piccioni. Interpreti principali: Federico Cesari, Benedetta Porcaroli, Liliana Bottone.
Il 6 aprile 1912 Giovanni Pascoli muore a Bologna. Sul treno che porta il feretro a Castelvecchio di Barga (oggi Castelvecchio Pascoli) vi sono alcuni dei suoi studenti, autorità, persone che lo hanno conosciuto; soprattutto, ad accompagnare la salma del poeta vi è Maria – detta Mariù – la principale voce narrante nel film.
Il regista Giuseppe Piccioni – ascolano, classe 1953 – ha presentato alla Mostra del cinema di Venezia, da poco conclusa, quest’ultima sua fatica (il cui titolo per intero è “Zvanì. Il romanzo famigliare di Giovanni Pascoli”) che ben si inserisce nel 170.mo anniversario della nascita del poeta a San Mauro di Romagna nel 1855. Il racconto, dalle parole di Mariù, si snoda tra il passato e il presente del viaggio in treno: l’infanzia sconvolta dall’uccisione del padre, il periodo degli ideali politici del fratello Giovanni, i suoi anni di insegnamento, il nido ricreato a Barga con le due sorelle Maria e Ida.
“Zvanì”, il nomignolo che in Romagna si usa per “Giovanni”, indica già l’intento del regista, volto a cogliere gli aspetti più intimisti e profondi da cui scaturiscono le poesie del Pascoli.
Queste sono le stesse che abbiamo imparato a scuola e gli spettatori le riconosceranno: da “Arano” a “Il giorno dei morti”, alla bellissima “Mai più…mai più”, ma con efficacia e sensibilità il regista sa farle emergere dalla vita interiore del poeta.
Così “La cavalla storna” di reminiscenza scolastica, qui perde ogni retorica e diventa l’emblema di un trauma e un dolore che non si risolverà mai.
Allo stesso modo Piccioni scruta il rapporto che si instaura tra lui e le due sorelle, tra responsabilità e problemi mai risolti. Il regista rende così un ritratto di Giovanni Pascoli, appassionato e desideroso di giustizia per il padre e nello stesso tempo, inquieto e dolente ma capace di sorridere, grande conoscitore della classicità eppure lontano da ogni mondanità accademica. “Zvanì” è a suo modo un film corale, con molti aspetti onirici che si manifestano durante il viaggio notturno in treno, in cui compaiono i vari personaggi che hanno influito nella vita di Pascoli e che talvolta guardano direttamente lo spettatore, quasi interrogandolo.
Insomma, un film che merita di essere visto, con Federico Cesari, Benedetta Porcaroli e Liliana Bottoni (rispettivamente nella parte di Pascoli, Mariù e Ida) davvero intensi, a cui si aggiungono, in un cammeo, Sandra Ceccarelli e Margherita Buy.