Catechesi nell’arte – I Santi Anna e Gioacchino

Gli episodi che precedono la nascita di Maria non sono riportate nei Vangeli Canonici: le narrazioni apocrife, di evidente carattere favolistico, ricalcano modelli vetereotestamentari (una coppia ormai anziana e ritenuta sterile che, dopo una penitenza di quaranta giorni e in seguito all’annuncio dell’angelo, concepisce un figlio), ma con vivaci dettagli descrittivi, ambientali, capaci di suscitare l’immaginazione degli artisti. Gioacchino ed Anna, coniugi esemplari, sono sposati da tempo, ma non hanno figli. Per questa incapacità di accrescere il “popolo eletto”, considerata come una maledizione divina, l’offerta portata da Gioacchino al Tempio di Gerusalemme nella festa della Dedicazione viene rifiutata. Gioacchino, avvilito, non osa tornare nella sua casa di Nazareth, e si ferma nel deserto per trascorrere quaranta giorni di digiuno e penitenza. Ma un angelo gli annuncia che le sue offerte erano salite fino al trono di Dio, e che i suoi voti si sarebbero presto realizzati: la moglie Anna avrebbe avuto una figlia. Spesso gli artisti hanno rappresentato il ricongiungimento dei conuigi, dopo la penitenza, nei pressi della Porta Aurea. A genova troviamo una rappresentazione dei genitori della Vergine in un’opera realizzata da Giovanni Battista Baiardo nel 1650 e conservata all’Albergo dei Poveri. Il dipinto, firmato e datato in basso a destra “IOANES BAP. (…) BAIARDUS FECIT 1650”, costituisce un importante tassello per la conoscenza dell’opera del pittore genovese, del quale si conservano rare testimonianze. Il dipinto è con buona probabilità quello ricordato dal Ratti (1780) nella chiesa di Santa Maria detta dello Zerbino, unita al Noviziato dei Padri Ministri degli infermi, successivamente (1803) inventariato in San Leonardo.
In questo dipinto i genitori di Maria si aggiungono alla rappresentazione della Sacra Famiglia, al centro la figura di Maria che sostiene Gesù Bambino, con alle spalle il sostegno di una croce a misura di bambino, quasi a preannunciare il destino sacrificale di Cristo e manifestarlo preventivamente alla sua famiglia terrena.