Cultura
Catechesi nell’arte – Il Papa nei suoi simboli

Il vestiario del Papa è ricco di simboli: il bianco indica purezza, il pallio richiama il Buon Pastore e l’anello del Pescatore rappresenta l’autorità spirituale. Ogni elemento esprime il servizio e la missione del Pontefice. Il Papa, successore di San Pietro e guida spirituale della Chiesa cattolica, non indossa semplicemente “abiti liturgici”, ma segni visibili di un’autorità e di un servizio che hanno radici profonde nella tradizione e nella spiritualità.
Ogni elemento del suo vestiario ha un significato preciso, che richiama la storia della Chiesa, la sacralità del ruolo e il messaggio evangelico. Il capo visibile dell’abbigliamento papale è senza dubbio la veste bianca, o sottana, simbolo di purezza, semplicità e dedizione totale a Dio. Questa scelta risale a Papa Pio V (1566–1572), un domenicano che mantenne l’abito bianco dell’Ordine anche dopo l’elezione. Da allora, tutti i Papi hanno indossato il bianco, diventato così il colore distintivo della figura papale. Sopra la veste, il Papa porta una fascia bianca di seta, spesso ornata con lo stemma pontificio. Essa richiama il servizio e la cintura dell’umiltà, memoria del gesto di Cristo che si cinse per lavare i piedi ai discepoli. In contesti solenni, il Papa può indossare la mozzetta, un mantello corto che copre le spalle. In passato poteva essere rossa o di velluto, ma oggi il suo uso è più limitato. Simboleggia la protezione del gregge affidato al Pontefice, secondo l’immagine del Buon Pastore.

Il piccolo copricapo bianco chiamato zucchetto (simile a quello dei vescovi, ma bianco) è indossato sempre, tranne durante alcuni momenti della liturgia. In celebrazioni solenni, il Papa porta invece la mitra, alta e appuntita, simbolo di autorità spirituale e del suo ruolo di guida visibile del popolo di Dio. Uno degli elementi liturgici più ricchi di significato è il pallio, una striscia di lana bianca con croci nere, posta sulle spalle. È il segno del pastore che porta sulle spalle la pecora smarrita, un gesto che richiama direttamente Cristo. Il Papa lo riceve in una cerimonia particolare, e lo consegna anche ai metropoliti, vescovi con funzioni di coordinamento su altre diocesi. L’anello del Pescatore, o anello piscatorio, reca l’immagine di San Pietro che getta le reti. È segno del potere papale e della sua missione di “pescatore di uomini”. Tradizionalmente, veniva distrutto alla morte del Pontefice per evitare abusi. Le scarpe rosse, oggi non più usate da tutti i Papi (Papa Francesco ha scelto scarpe più sobrie), rappresentano il sangue dei martiri e la disponibilità del Pontefice a dare la vita per la Chiesa. Sono anche un richiamo alla regalità e alla dignità del ministero petrino. Molte cose ci può insegnare anche il Ritratto di Paolo III con i nipoti, dipinto da Tiziano ne 1546 e conservato a Capodimonte. La tela ci presenta papa Paolo III Farnese seduto su una sedia a braccioli rivestita di panno rosso. Il ritratto a figura intera del papa permette di porre in evidenza la scarpa di panno ricamata con una croce d’oro che sporge dalla lunga veste bianca. Accanto a lui, due dei suoi quattro nipoti, figli del figlio Pier Luigi: il cardinale Alessandro Farnese e il duca Ottavio in procinto di inchinarsi. I gesti e le vesti dei tre personaggi sono conformi alle prescrizioni del rituale della corte pontificia: né il papa né il nipote cardinale portano i paramenti sacri destinati agli atti di culto o alle celebrazioni solenni, in quanto impegnati in un diverso tipo di cerimonia. Il terzo protagonista, Ottavio, sta facendo la riverenza: tre inchini che si concludevano con il bacio del piede, indice del potere papale. Il ritratto fu dipinto pochi mesi dopo che Paolo III aveva nominato il figlio Pier Luigi duca di Parma e Piacenza. Il nipote Alessandro, nominato cardinale, aveva perso la primogenitura in favore del fratello Ottavio, genero di Carlo V e futuro duca di Parma e Piacenza. L’inchino al pontefice sottolineava che Ottavio riconosceva come superiore feudale il papa e non l’imperatore, che contrastava la legittimità del ducato.