Al cinema: La vita va così
Regia di Riccardo Milani. Interpreti principali: Virginia Raffaele, Diego Abatantuono, Aldo Baglio, Giuseppe Ignazio Loi. Durata: 118 minuti.
Siamo alla fine del 1999 e aspettando il nuovo millennio, il capo del più grande gruppo immobiliarista di Italia, festeggia al fatto che presto costruirà un resort di lusso a Bellesamanna, un paese a ridosso di una delle più belle spiagge della Sardegna.
Tutti hanno venduto il proprio terreno, ma c’è ancora un pastore Efisio Milas, che non intende vendere la sua casa. Francesca, la figlia di Efisio non sa che fare, tra l’affetto per suo padre e l’ostilità da parte di tutto il paese che vede sfumare possibilità di lavoro.
Riccardo Milani (nato a Roma nel 1958) è divenuto famoso negli ultimi anni per “Come un gatto in tangenziale” (una sorta di trilogia conclusa con “Ritorno a Coccia di Morto) e nel 2024 con “Un mondo a parte”; con “La vita va così” il regista conferma la sua predilezione per commedie che raccontano qualcosa del mondo reale, dove emergono difficoltà e problemi di tutti i giorni.
Se in “Un mondo a parte” si raccontava di un paese in Abbruzzo dove la scuola rischia di chiudere perché non ci sono più bambini a causa dello spopolamento, qui il regista si ispira alla vera storia del pastore Ovidio Marras che si rifiutò di vendere la propria casa ai costruttori, poiché la sua casa, che era stata dei nonni e dei bisnonni, non aveva prezzo.
Riccardo Milani pone in risalto il contrasto tra il senso della dignità con quello degli affari senza scrupoli, deturpando un bellissimo territorio, con un misero contraccambio in termini economici per la gente del posto. Il film non manca di divertire, anche se qua e là risulta un po’ troppo didascalico, con spiegazioni retoriche che rischiano di appesantire inutilmente la narrazione; anche alcuni personaggi, se da una parte suscitano risate, dall’altra appaiono anche stereotipati (compresi il parroco e il vescovo). E’ comunque un buon film che pone in risalto il valore della dignità e della fermezza morale. Il personaggio di Efisio è interpretato magnificamente da Giuseppe Ignazio Loi, che fa davvero il pastore.
Molto bravi anche Virginia Raffaele che interpreta la figlia di Efisio e che per il film ha imparato il sardo, e Diego Abatantuono nella parte del costruttore.

