Giornata delle Comunicazioni Sociali: raccontare storie di bene!

Corso di formazione organizzato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali con l’Ordine dei Giornalisti e l’UCSI

L’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Genova ha organizzato nei giorni scorsi il corso di formazione “Storie di bene nascoste fra le pieghe della cronaca”, in collaborazione con l’Ordine Ligure dei Giornalisti e l’Unione Cattolica della Stampa Italiana Sezione Liguria. Un momento di condivisione, in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che ha costituito una importante e bella novità per tre realtà che per la prima volta si sono ritrovate a lavorare insieme.
Sono intervenuti come relatori Tommaso Fregatti, Presidente dell’Ordine ligure dei Giornalisti, Don Gianfranco Calabrese, Vicario Episcopale, e Sergio Casali della comunità di Sant’Egidio. Ha moderato Michela De Leo, Vice Coordinatore Ufficio Comunicazioni Sociali.


Il messaggio di Papa Francesco “Comunicare con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori” e le parole rivolte da Papa Leone in occasione del primo incontro con gli operatori dei media hanno dettato la linea dei tre interventi. In particolare Tommaso Fregatti, che a Genova si occupa di cronaca, ha messo in evidenza come oggi “vendano di più” le brutte notizie anziché le storie positive. La complessità del lavoro giornalistico in epoca di social media, secondo Fregatti, pone degli interrogativi a chi si occupa di comunicazione. La frenesia delle redazioni impone spesso scelte drastiche, e la mancanza di tempo impedisce di andare a cercare quelle storie positive di cui però si sente sempre più bisogno. È significativo che, sui social, le storie di cronaca nera realizzino lo stesso numero di commenti e interazioni delle storie positive e “di bene”.
Raccontare tutte le storie implica il saperle narrare, con il giusto linguaggio e l’attenzione alle persone che ne sono protagoniste. Secondo Don Gianfranco Calabrese, sono i valori umani del giornalista a fare la differenza: la capacità di approfondire, di ascoltare, di andare oltre la prima impressione.
Sergio Casali, da anni volontario della comunità di Sant’Egidio, ogni giorno tocca con mano quanto bene si nasconde anche nella frenesia e nella superficialità della vita quotidiana. Il suo contatto diretto con persone in forte stato di emarginazione e di bisogno gli fa dire che ciò che conta per un giornalista è avere uno sguardo capace di vedere ciò che gli altri non vedono. Fermarsi per trovare delle storie positive e saperle raccontare implica il consegnarle al domani, affinché possano diventare patrimonio comune.