Alta Val Bisagno: una nuova Fraternità di parrocchie

A don Matteo Conte sono state affidate 8 chiese sul territorio

Il Cittadino continua ad accompagnare la nascita delle nuove Fraternità di parrocchie sul territorio diocesano. Parrocchie territorialmente vicine affidate ad un unico parroco con funzione di “Moderatore” della cura pastorale, affiancato da uno o più aiuti pastorali, dal diacono cooperatore (dove presente) e dagli incaricati laici.
Questa settimana abbiamo incontrato don Matteo Conte, a cui da poco tempo è stata affidata una Fraternità composta da 8 parrocchie in Alta Val Bisagno.

Don Matteo, questo nuovo anno pastorale comincia per te con la prospettiva della nascita di una nuova Fraternità di Parrocchie di cui tu sarai il Moderatore della cura pastorale. La Fraternità sarà composta da ben 8 comunità: a Giovanni Battista in Aggio, S. Giorgio di Bavari, S. Pietro Apostolo di Fontanegli, S. Siro di Struppa, N.S. della Misericordia e S. Giovanni Battista, di cui eri già parroco, si aggiungono N.S. di Lourdes e S. Giuseppe a Canova, S. Martino di Struppa e Santi Cosma e Damiano di Struppa. Come hai accolto questa notizia e come stai vivendo questo cambiamento?
La fraternità, di fatto, era già parzialmente avviata, poichè io ero già parroco di 5 delle 8 parrocchie. La costituzione di questa fraternità presuppone un cammino di condivisione, di sinodalità e di corresponsabilità. La porzione di territorio che mi è stata affidata è difficile perché molto ampia, composta da tanti paesi diversi. La sfida dunque è quella di imparare a lavorare e crescere insieme. Personalmente, credo si tratti di una applicazione concreta della realtà ecclesiale: se non siamo disposti a lavorare e crescere insieme, il destino diventa difficile. Sappiamo che insieme è più bello, anche se certamente è più difficile. A livello personale, credo che sarà per me un’occasione per sperimentare la corresponsabilità con tanti laici già impegnati a seguire le comunità dove vivono e dove fanno servizio.
Con te ci sarà Padre Innocent Akamnonu che sarà l’Aiuto Pastorale. Avrai qualche altro aiuto? Hai già potuto incontrare le nuove comunità che ti sono state affidate?
Sì, avremo con noi anche don Jean Bosco, sacerdote congolese fidei donum a Genova. Sono molto contento, fra noi c’è già una conoscenza consolidata e per questo sono certo che ci sarà una bella collaborazione. La prospettiva sarà quella di vivere insieme, in appartamenti ubicati nello stesso edificio, che avranno spazi in comune per vivere la fraternità. Entrambi i sacerdoti che mi aiuteranno provengono dall’Africa: che bella occasione per sperimentare l’apertura della Chiesa anche verso altre realtà e culture! Sto conoscendo proprio in questi giorni le tre nuove comunità che mi sono state affidate. Le altre cinque parrocchie di cui ero parroco stanno già camminando insieme su alcuni aspetti. Va tenuto in considerazione che il territorio è senz’altro particolare, molto esteso, ma qui non manca la voglia di fare. L’obiettivo che mi sono prefissato con i miei confratelli è proprio quello della collaborazione fra tutte le parrocchie.
La Fraternità di parrocchie è un progetto che non si limita ad unire parrocchie territorialmente vicine, ma mette al centro soprattutto l’evangelizzazione e la corresponsabilità fra i sacerdoti e i laici. Avete già pensato a qualche pista di lavoro comune?
Certamente il territorio è ampio e variegato, e molto popolato. È vero però che le persone effettivamente coinvolte nelle attività sono molte meno. Per questo la Fraternità delle 8 parrocchie può costituire una buona base di partenza per entrare in contatto ancora di più con quelle realtà che sul territorio si occupano in particolare della partecipazione sociale. Siamo già in contatto e sinergia con il Municipio, la GAU, le associazioni sportive, la Croce Azzurra di Bavari, tutti enti e servizi coinvolti nel cercare di lavorare insieme per il bene, e anche noi facciamo la nostra parte.
C’è qualche esperienza particolare di fraternità che state vivendo nelle cinque parrocchie in cui sei stato parroco finora?
Sì! Due anni fa abbiamo avviato una “Equipe pastorale”, un gruppo di pochi laici che si vedono una volta alla settimana al mattino per un momento di condivisione a partire dalla Parola di Dio suggerita dalla liturgia della domenica e per un confronto approfondito sulla vita della parrocchia e sulle scelte pastorali da intraprendere. Abbiamo preso questa decisione in virtù del fatto che, come parroco, ho voluto condividere percorsi e scelte insieme a quei laici che fanno parte della vita della comunità. Per me si tratta di una decisione molto significativa, che va nell’ottica della corresponsabilità di cui si parla anche nella Lettera Pastorale. Vorrei piano piano estendere questa esperienza anche alle tre parrocchie che mi sono state appena affidate. Un altro cammino che abbiamo condiviso è quello delle catechesi per gli adulti. L’anno scorso abbiamo fatto un incontro al mese sul tema “Pellegrini di speranza”, anche sulla scia dei 1000 anni dell’Abbazia di San Siro. Quest’anno stiamo lavorando ad un cammino fra tutte le 8 parrocchie, che probabilmente sarà basato sul Vangelo di Luca. Mi piace l’idea di organizzare, in occasione del mio ingresso nelle parrocchie della fraternità, una camminata che possa coinvolgere tutte le chiese sul territorio. La proposta è quella di camminare insieme, uscire dalle proprie case e vivere questa esperienza in maniera collettiva e condivisa.