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Sinodo, un cammino che nasce dal Concilio

Dal 4 al 29 ottobre la XVI Assemblea ordinaria generale dei Vescovi

Sinodo, un cammino che nasce dal Concilio

Il Cittadino accompagna il cammino di avvicinamento alla XVI Assemblea ordinaria generale del Sinodo dei Vescovi, a Roma dal 4 al 29 prossimi.

Raccontiamo in questo contributo la nascita e la storia del Sinodo, con le novità - introdotte da papa Francesco - che sono e saranno attuate a partire da questa Assemblea.

Concilio e Sinodo
La parola Sinodo è forse una delle più usate in questi ultimi anni all’interno delle comunità parrocchiali e diocesane, e forse anche fuori dai contesti strettamente ecclesiali: si potrebbe quasi dire che è sulla bocca di tutti e per tanti ha ancora un sapore di novità. Ma dietro questa parola si nasconde una storia ultradecennale che pone le proprie radici nel Concilio Vaticano II celebrato dal 1962 al 1965. È sulla spinta della grande assemblea ecumenica che Papa Paolo VI istituì il Sinodo dei Vescovi con la lettera Apostolica Sollicitudo in cui spiega come «era naturale che nel Nostro animo restasse fermamente questa Nostra persuasione circa il tempo e la necessità di ricorrere sempre più all'aiuto dei Vescovi per il bene della Chiesa universale».
La prima esperienza di questo incontro tra Vescovi di tutto il mondo avvenne nel mese di ottobre del 1967, con la I assemblea generale ordinaria che trattò il tema “La preservazione e il rafforzamento della fede cattolica, la sua integrità, il suo vigore, il suo sviluppo, la sua coerenza dottrinale e storica”.

30 sinodi e 4 Papi
Dopo quel primo incontro i Vescovi si sono riuniti in 28 altre occasioni, per un totale di 15 assemblee ordinarie generali, 3 assemblee generali speciali e 11 assemblee speciali tematiche, a cui si aggiunge adesso il 30° Sinodo con la 16a assemblea ordinaria generale che inizia il 4 ottobre 2023.
Le assemblee hanno visto la partecipazione di 4 papi su 5 che dal Concilio ad oggi hanno seduto il soglio petrino; Giovanni Paolo I nel suo breve papato non ha presieduto alcun sinodo.
Il Sinodo dei Vescovi è così chiamato in quanto si tratta di un’assemblea in maggioranza composta da Vescovi, ai quali si aggiungono altri membri di nomina diretta del Santo Padre: il numero dei Vescovi è definito da regole che considerano la rappresentanza di tutte le conferenze episcopali del mondo.
Nel sinodo che sta per prendere il via, per la prima volta avranno diritto di voto anche “non Vescovi”, con una rappresentanza anche femminile .

Processo e svolgimento
Oggi, alle regole dettate dal Diritto Canonico si affianca la costituzione apostolica Episcopalis Communio, promulgata da Papa Francesco il 15 settembre 2018 per definire più nel dettaglio lo svolgimento di ciascuna Assemblea del Sinodo, che viene articolato nelle fasi preparatoria, celebrativa e attuativa.
La prima fase preparatoria si avvia dal momento in cui viene indetto il Sinodo da parte del Papa e prevede una consultazione di tutto il Popolo di Dio.
La seconda fase, quella celebrativa, inizia e si conclude con una celebrazione eucaristica e si svolge in diverse sessioni dove vengono trattate le tematiche per giungere a un documento finale. La fase attuativa prevede la possibilità di emanare documenti applicativi a seguito degli orientamenti sinodali.

Per una Chiesa sinodale
Papa Francesco a maggio 2021 ha indetto un nuovo Sinodo dei Vescovi intitolato “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, la cui fase preparatoria ha preso il via il 10 ottobre 2021 coinvolgendo tutte le Chiese locali in un ascolto approfondito anche di chi è al di fuori degli ambiti ecclesiali.
Un processo che ha visto diversi passaggi, dalle diocesi alle conferenze episcopali e alle conferenze continentali. Quanto emerso dalle diocesi è stato raccolto nell’Instrumentum Laboris, una sintesi che è diventata uno strumento di lavoro per chi prenderà parte a questa I sessione che si concluderà il 29 ottobre.
A distanza di un anno, nell’ottobre 2024, come desiderato da Papa Francesco, si svolgerà la II sessione che concluderà così la fase celebrativa per dare poi avvio alla fase attuativa in corrispondenza del Giubileo 2025.

Fonte: Il Cittadino
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