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Casa San Francesco a Bolzaneto, modello di accoglienza

Opera-segno del Congresso Eucaristico, continua la sua opera di servizio anche grazie ai fondi 8xmille

Casa San Francesco a Bolzaneto, modello di accoglienza

L’8xmille non è una tassa in più, e non costa nulla. Con la firma per l’8xmille alla Chiesa cattolica si potrà offrire formazione scolastica ai bambini, dare assistenza ad anziani e disabili, assicurare accoglienza ai più deboli, sostenere progetti di reinserimento lavorativo, e molto altro ancora.
Come e dove firmare sulla dichiarazione dei redditi è molto semplice.
Segui le istruzioni riportate sul sito www.8xmille.it/come-firmare.

Casa San Francesco a Bolzaneto è l'esempio di come, grazie ai fondi dell'8xmille, è possibile realizzare opere di carità e solidarietà a sostegno dell'accoglienza e della solidarietà.

Casa San Francesco è una delle due Opere Segno del Congresso Eucaristico Nazionale che la Diocesi di Genova ospitò nel settembre del 2016.
In quella occasione, infatti, i Vescovi italiani avevano voluto che restassero in città due “opere” di carità come “segno” permanente di quelle giornate eucaristiche. La Diocesi attuò quella indicazione con due nuove accoglienze per persone senza dimora, nei locali della Parrocchia delle Vigne in Centro Storico e appunto aprendo Casa San Francesco, presso l’ex convento dei francescani a Bolzaneto.
Qui furono approntate 8 camere con 17 posti letto, una cucina, una sala da pranzo, una sala Tv e i servizi.

Da allora ad oggi la Caritas Diocesana di Genova ha potuto dare continuità – anche grazie all’8xmille - all’accoglienza svolta in Casa San Francesco che è diventata esempio di condivisione, luogo di impegno per centinaia di volontari, appartenenti a parrocchie e vicariati.

“Grazie ad incontri di sensibilizzazione e formazione - spiega Leonardo Cebrelli, che coordina Casa San Francesco per Caritas Diocesana - fin dai primi mesi sono stati coinvolti 6 vicariati della città, ognuno dei quali ha espresso 30 volontari circa per il servizio di accoglienza serale e presenza notturna. Un altro gruppo sempre di 30 volontari a turno tutte le sere provvedeva alla preparazione e distribuzione della cena.
Negli anni si è creato un bel clima di servizio all’interno di ciascun gruppo”. Era questo del resto un preciso aspetto della consegna dei Vescovi italiani: “L’Opera Segno - avevano ricordato - dovrà essere esperienza di servizio e coinvolgimento permanente per le comunità vicariali, per la Diocesi e per tutto il volontariato cittadino. Ciò aiuterà le persone che vi faranno riferimento a sentirsi parte di una città solidale e di comunità cristiane aperte, coerenti ed accoglienti, che ‘escono’ da sé stesse per farsi prossime a Gesù nella sofferenza dei fratelli, come raccomandato dal Santo Padre Francesco.”
Questo spirito di volontariato, diffuso sui territori, è rimasto anche quando, negli anni successivi e soprattutto in tempo di Covid, si è dovuto modificare il servizio: anche in queste circostanze i volontari hanno saputo mantenere la disponibilità per quanto era necessario fare. “A seguito delle regole contro la pandemia - ricorda Cebrelli - si è deciso di tenere la casa aperta tutto il giorno, in modo che le persone potessero rimanere in casa durante il lockdown, adottando ovviamente opportune protezioni per i volontari e gli ospiti.
All’inizio del 2021 questo tipo di accoglienza si è concluso e sono state trovate altre sistemazioni per gli ospiti.
Casa San Francesco ha continuato il suo servizio nell’ambito del Progetto APRI, promosso da Caritas Italiana, accogliendo persone migranti in attesa di trovare un lavoro e di rendersi autonomi.

Nel giro di un anno anche queste persone sono uscite per aver raggiunto autonomia o per aver fatto altre scelte. A fine 2021, quindi, Caritas Diocesana, con la collaborazione di Fondazione Auxilium e Coop. Soc. Il Melograno e il sostegno dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, ha destinato Casa San Francesco nuovamente all’ospitalità di persone senza dimora ma con particolare riferimento a quelle persone over 65 che non hanno più la possibilità di rendersi autonome e per le quali sussistono forti fragilità non risolvibili.

La struttura è pensata come fosse casa loro: gli ospiti hanno le chiavi e devono mantenere in ordine sia la propria camera che le parti comuni. Due operatori si alternano durante il giorno per ascoltare eventuali problemi, verificare lo stato di salute, aiutare a mantenere in ordine la casa. Gli ospiti contribuiscono anche economicamente con una piccola cifra per coprire i costi delle utenze.
Un piccolo gruppo di volontari prepara loro pranzo e cena; un altro piccolo servizio che fanno alcuni volontari è l’accompagnamento e l’intrattenimento durante il giorno: visita al quartiere, recarsi al circolo, andare a prendere un caffè.”

Casa San Francesco è una testimonianza concreta di come l’8xmille alla Chiesa Cattolica generi relazioni di aiuto, rafforzando l’impegno e il coinvolgimento delle comunità.

Fonte: Il Cittadino
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