Cultura
L’esempio dei martiri nell’arte

I Santi Martiri sono uomini e donne, spesso molto giovani, che hanno sacrificato la propria vita per amore di Dio, e per questo hanno meritato la beatificazione. Il martirio è una sorta di testimonianza d’amore per Dio.
Non per niente la parola martire deriva dal greco màrtys, testimone. Il martire simboleggia e attesta la vittoria della vita sulla morte, rivivendo sulla propria pelle, nella propria carne, la Passione di Gesù, sopportando sofferenze indicibili nella piena consapevolezza che la consolazione dell’amore di Dio renderà lieve ogni tormento. Con cieca fiducia e struggente amore i Santi Martiri si sono affidati alle mani dei loro carnefici, arrivando in molti casi a perdonarli nell’istante stesso in cui infliggevano loro l’estremo supplizio. Per quanto possa apparire drammatica la morte di un martire, non dobbiamo pensare ad essa come a un sacrificio doloroso. C’è gioia nel volersi immolare in nome di Dio e della propria fede, c’è uno slancio irrefrenabile, inarrestabile, un anelito d’amore che nessun uomo per quanto crudele può fermare, nessun tormento può smorzare. Ed è questo che rende i Santi Martiri così speciali, emblemi di un fervore religioso, di una consapevolezza interiore proiettata unicamente verso Dio.
I primi a essere definiti Santi Martiri sono stati gli Apostoli, testimoni della vita e delle opere di Gesù, perseguitati e uccisi per aver portato la Sua Parola nel mondo. Successivamente vennero definiti in questo modo tutti gli uomini e le donne che, avendo vissuto dimostrando fede e devozione, venivano perseguitati e uccisi per non aver voluto abiurare il proprio credo. La Chiesa cattolica riconosce tre tipi di martirio cristiano, tutti meritevoli del Paradiso. Dunque non è indispensabile morire per dimostrare il proprio amore per Dio. È sufficiente vivere con coraggio e abnegazione la propria fede in Lui, plasmando la propria vita in nome della devozione. Da San Sebastiano, colpito da centinaia di frecce, a San Lorenzo, bruciato vivo, i martiri sono ricordati per la morte brutale che hanno sopportato. Il martirio in sé, però, non è solo un crudele atto di violenza. È considerato la vittoria ultima del bene sul male, con i martiri che hanno scelto di offrire la propria vita per Dio.
Per questo motivo, quando si tratta di simboleggiare il martirio nell’arte gli artisti optano spesso per simboli positivi, come le foglie di palma o le corone d’alloro. Nell’arte medievale era comune per i pittori ritrarre immagini della morte del martire con una figura alata, a simboleggiare la Vittoria, con una corona. Ad esempio, il mosaico sul lato destro della navata nella chiesa di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna mostra una processione di vergini martiri che tengono in mano delle corone e ghirlande di petali bianchi in mano. Tra una martire e l’altra c’è una rappresentazione iconica di una palma. Le palme sono forse il simbolo del martirio più usato nell’arte.
Un tempo si pensava che le palme morissero mentre generavano frutti, essendo così un forte simbolo di sacrificio. La palma, inoltre, è considerata l’“albero della vita” perché prospera in condizioni difficili. È l’albero menzionato nella descrizione del Vangelo di Giovanni dell’ingresso trionfale di Cristo a Gerusalemme alcuni giorni prima dell’Ultima Cena. Per questo, è l’albero che dà il nome alla “Domenica delle Palme” la domenica prima di Pasqua. Questo forte simbolismo è stato adottato dagli artisti usando un’ampia varietà di mezzi. I mosaici bizantini mostrano spesso dei martiri che tengono tra le mani un ramo di palma, mentre il simbolo delle foglie di palma era spesso inciso sulla tomba dei primi martiri cristiani. Anche i pittori hanno impiegato questo simbolo. Ecco alcune pregevoli opere d’arte che includevano rami di palma o palme come simboli del martirio: nella “Pala di Bosco ai Frati,” originariamente realizzata per abbellire un monastero francescano in Toscana, il frate domenicano a maestro rinascimentale Beato Angelico introdusse delle palme sullo sfondo contro il cielo scuro, a rappresentare il martirio di Gesù. Il pittore manierista Andrea Del Sarto ritrae un soggetto molto comune dell’arte classica, San Sebastiano, con in mano una freccia e un ramo di palma, simbolo del martirio. Non sono stati solo gli artisti del Mediterraneo a usare la palma come simbolo del martirio nei dipinti. L’artista fiammingo Marten Pepijn ha mostrato delle palme nella sua rappresentazione di San Lorenzo e il Cristo Bambino. Il maestro rinascimentale Raffaello Sanzio colpì i critici con il suo ritratto incredibilmente realistico di una palma, che posizionò tra il Cristo Bambino e Maria come simbolo della futura crocifissione di Gesù.