Catechesi nell’arte – Guardare la Parola

La chiesa di Santa Marta oggi appare inglobata tra altre costruzioni che la nascondono completamente. L’esistenza della chiesa stessa, fu messa in discussione con l’apertura nel 1873 con l’apertura di Via Roma e la costruzione di Galleria Mazzini. L’opera di distruzione era iniziata nel 1819, con l’antico bosco e con la realizzazione secondo il progetta di Carlo Barabino dei giardini che poi presero il nome “dell’Acquasola”.
La complessa scenografia che aveva elaborato il Barabino fu poi completamente stravolta nel 1877 con la realizzazione di Piazza Corvetto. Infine la distruzione del quartiere di Portoria ha ulteriormente coartato la chiesa di Santa Marta, distruggendo parte del convento e completando il suo accerchiamento con moderni edifici. In un contratto del 1235 si definisce “nuova” la chiesa dell’“Acquasola” o di Multedo, come veniva definita allora la chiesa di Santa Marta.
Fu l’ordine degli Umiliati, che aveva scelto la preesistente chiesa di San Germano ad occuparsi del suo restauro e ristrutturazione.


I religiosi di quest’ordine, frati e suore, vissero nell’annesso convento fino al 1571 quando la regola maschile fu sciolta e rimasero soltanto le monache che avevano già scelto di vivere sotto la regola benedettina. Nel frattempo la chiesa aveva cambiato dedicazione dal 1507, quando si erano trasferite li le monache di Santa Marta del Guastato.
Nel 1535 l’antico tempio ad una sola navata fu trasformato nell’odierna struttura a tre navate, e tra Seicento e Settecento l’intera superficie interna fu completamente coperta da affreschi. Il convento con le soppressioni napoleoniche del 1797, iniziò una serie di traversie che si conclusero con la sua demolizione. Sopravvissero integre alcune parti della costruzione, fra cui l’ampia Sala Capitolare adibita dal 1961 a Sala di lettura della Biblioteca Franzoniana.
In questa chiesa nascosta dal tessuto urbanistico cittadino, troviamo nel ciclo di affreschi realizzati da Paolo Gerolamo Piola intorno al 1724, anche alcune storie dedicate alla santa titolare, precisamente nella navata sinistra, in capo alla navata.
Qui è affrescato proprio l’episodio che leggiamo questa domenica nel Vangelo: “Cristo in casa di Marta e Maria” . L’episodio offriva un importante punto di riferimento nella ricerca particolarmente importante per le religiose che abitavano questo sito religioso: il giusto equilibro tra vita attiva e vita contemplativa.
Il pittore mostra Maria che ascolta le parole di Gesù. I suoi capelli lunghi e fluenti, e il vasetto alludono all’episodio in cui ella cosparse d’unguento i piedi di Cristo e poi li asciugò con i suoi capelli.
Il suo atteggiamento è rilassato e ozioso, quasi a voler provocare le rimostranze di Marta, che indica con la mano sinistra la cucina, in cui si intravvedono persone indaffarate.
Alle spalle di Gesù troviamo i discepoli al suo seguito.