Lettera di don Paolo dalla Missione di Cuba

Quando lasciamo la nostra terra/diocesi/famiglia e andiamo in missione ci rimane sempre una domanda in fondo al cuore: vado da solo?

Il servizio reso dal Cittadino con la pubblicazione delle notizie che inviamo dalla missione risponde a questa domanda, e ci dice: “non sei solo, tanti fratelli ti seguono con il cuore e la preghiera”.

Una risposta ancora più forte sono le visite. Ogni volta che qualcuno prende l’aereo e viene da noi ci sentiamo accompagnati, amati, oserei dire coccolati. Perché tutti possono chiederti “come va?”, ma chi viene a vedere come ti va si mette in gioco in maniera tremenda, e tu lo sai.

Dalla mia partenza (fine luglio 2021) quella di alcune settimane fa è stata la prima visita. Prima non era possibile a causa della pandemia. Sono venuti don Francesco, Coordinatore dell’Ufficio Missionario Diocesano, con suor Dulia e Roberta, del Centro Missionario Diocesano. Doveva esserci anche suor Cecilia, vice coordinatrice dell’UMD, ma all’ultimo ha dovuto rinunciare per cause di forza maggiore.

Il valore aggiunto di questa visita – complici le pandemie che continuano ad aleggiare – è stato l’essere qui con noi. Per pochi giorni, dal 14 al 17 luglio, in maniera veloce; ma sono venuti e abbiamo potuto condividere alcuni giorni di cammino. Ti senti a casa. Ti senti che sei uno della famiglia. E ne ringrazi il Signore.

Anche alcuni fratelli delle nostre comunità hanno avuto l’opportunità di incontrare i nostri ospiti, e anche per loro è stato un toccasana: hanno sentito la presenza di una comunità diocesana!

Queste presenze testimonianti devono continuare! La missione non la fanno don Paolo e don Claudio, la fa tutta la Diocesi.

Fa’, Signore, che ci continui ad esserci chi esce dalla sua terra per testimoniare la fede!