La parola
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II lettura di domenica 30 maggio - Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

Santissima Trinita’ (Anno B)

Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

San Paolo ha esortato i Romani “a vivere non secondo la carne”, seguendo le istintive inclinazioni della natura umana, corrotta dal peccato originale, ma a “vivere secondo lo spirito”, guidati dall’anima, la quale, a sua volta – in forza del Battesimo – è guidata dallo “Spirito di Dio che abita in voi” (8,9). Ecco, allora, il rilievo: “tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio costoro sono figli di Dio”. Ne consegue la neces¬saria disponibilità a lasciarsi guidare.
È affermata la relazione di figliolanza tra i battezzati e Dio; non per natura, come “il Figlio” Gesù, ma per trasfusione di vitalità divina – “mossi dallo Spirito di Dio” – perché figli attraverso il Figlio. In tal senso i battezzati possono definirsi “figli adottivi di Dio”.
Una relazione permeata dall’amore e non dal timore, tipico degli “schiavi”.
I battezzati hanno “uno spirito”, ossia una realtà interiore di “figli adottivi” talmente vera da poter rivolgersi a Dio chiamandolo “Abbà” , equivalente di “Padre caro”, espressione di tenerezza familiare, affettuosa, che gli ebrei mai usano per rivolgersi a Dio, ma che Gesù pronuncia ripetutamente.
“I cristiani "gridano" Abbà; forse con questo verbo Paolo vuol contrapporre la preghiera dei credenti a quella dei Giudei, che per tradizione doveva essere mormorata, segno anche questo dello spirito di servo”. (P. Althaus).
L’Apostolo aggiunge che “lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio”: con illuminazioni interiori o con carismi esteriori lo Spirito Santo dà certezza, garanzia ai battezzati della loro figliolanza divina.
Immediata conseguenza della figliolanza è il diritto ereditario: “se siamo figli, siamo eredi: eredi di Dio”.
È la stessa eredità di Cristo – “coeredi di Cristo” – quindi della sua gloria, della sua fruizione del Padre, a condizione che si “partecipi alle sue sofferenze”.
Come la gloria di Cristo è frutto delle sue sofferenze, così i cristiani condivideranno la sua gloria se avranno partecipato alle sue sofferenze.

Fonte: Il Cittadino
II lettura di domenica 30 maggio - Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
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