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II lettura di domenica 2 gennaio - La sapienza

II domenica dopo Natale

II lettura di domenica 2 gennaio - La sapienza

Ef 1,3-6.15-18
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Perciò anch'io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.

Paolo, “apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio”, dopo il saluto e l’augurio di grazia e di pace, dalla prigionia (la prima a Roma), introduce con un inno l’argomento della lettera: la realtà ineffabile dell’unità dei  redenti sotto Cristo, unico capo.

Al Padre deve elevarsi lode, poiché ci ha ricolmati dibenefici spirituali, anzi soprannaturali (“dalle regioni celesti”) mediante Gesù Cristo: “in Cristo”, tipica espressione paolina che indica l’azione di Cristo-capo e con lui l’unione dei battezzati, quali membra del suo corpo mistico.  Siamo stati chiamati ad essere santi, senza macchia al suo sguardo, per un atto di carità, di amore, “predestinandoci ad essere suoi figli adottivi”, allo scopo di glorificare la grazia, che ci ha donato “nel suo Figlio diletto”. Dunque tutto  è da riferirsi a suo Figlio: in lui siamo stati scelti, per lui siamo stati predestinati alla divina adozione, in lui siamo partecipi della grazia, della vita divina; soltanto per lui ed in lui siamo oggetto dell’amore del Padre.

All’inno di lode si aggiunge l’incessante ringraziamento dell’Apostolo per la corrispondenza di fede dei destinatari della lettera e del loro amore “verso tutti i santi”. I “santi” nel vocabolario paolino sono i battezzati, cioè i santificati da Dio,  i credenti che vivono in grazia. E al ringraziamento unisce la costante preghiera, affinché sia loro concesso “spirito di sapienza” – cioè  il dono dello Spirito Santo, che è fede assaporante la verità – e “spirito di rivelazione” – ossia l’assimilazione della verità rivelata: due doni orientati alla conoscenza  più profonda di Dio. Quindi l’auspicio di poter essere veramente illuminati sulla nostra destinazione: l’eredità stessa di Dio, la partecipazione alla sua gloria.

Fonte: Il Cittadino
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