La parola
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II Lettura di domenica 9 febbraio 2020 - Vi ho annunciato il mistero di Cristo crocifisso

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)

Paolo che ha già ricordato la gratuità dell'azione salvifica divina, la cui efficacia non dipende dalla argomentazione “sapiente” di colui che l'annuncia, si rifà – come prova – agli inizi della sua predicazione a Corinto: “Anch'io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza”. Egli cioè non si è preoccupato di conquistare l'ascolto e la simpatia dei Corinti con discorsi ben congeniati e strutturati dal punto di vista retorico e filosofico, ma come un fratello che reca una “testimonianza”. Neppure si è appellato – secondo la consuetudine dell’epoca – all’autorità di qualche dotto o di qualche scuola, ma si è richiamato a Gesù Cristo esclusivamente (“ritenni di non sapere altro”). Ha annunciato lui soltanto, inequivocabilmente e senza edulcorazioni, parlando della condizione di lui “crocifisso!”: una condizione, la quale, in se stessa, appare tutt’altro che gloriosa ed entusiasmante. Una tale franchezza, una tale lealtà di annuncio si offre come prima garanzia dell'autenticità del predicatore. Il comportamento di Paolo è convinto, non soltanto apparente: “Venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione”. Egli è consapevole dei suoi limiti, della sua debolezza quanto a sapienza umana. L'esperienza penosa di Atene ove è stato rifiutato, sembra risuonare in questa dichiarazione, consolidandone la convinzione. Tanto più che Corinto, proverbiale per la sua corruzione e farraginosità sociale, non si presentava come platea facile all’ascolto di un messaggio di “croce”. Il “timore e la trepidazione” di Paolo allora erano stati più che giustificati. Tuttavia egli sapeva di dover far affidamento non sulle proprie prerogative, ma su Colui che egli andava annunciando, il quale non avrebbe mancato di “manifestare lo Spirito e la sua potenza”. Fu quanto poi in effetti si era verificato a Corinto. Non si tratta semplicemente di un atteggiamento di umiltà personale da parte dell’Apostolo; è in gioco la consistenza della fede, che dev’essere fondata sulla potenza di Dio – sia della sua parola che delle sue opere – non su argomentazioni o motivazioni dettate dalla mentalità umana. Soltanto Dio può offrire certezze assolute.

Fonte: Il Cittadino
II Lettura di domenica 9 febbraio 2020 - Vi ho annunciato il mistero di Cristo crocifisso
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