La parola
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Così predichiamo e così avete creduto.

V Domenica del Tempo Ordinario (anno C)

Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!
 A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
 Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

Ai cristiani di Corinto Paolo ribadisce la necessità di serbare fedelmente le verità che, costituendo il lieto annuncio – “il Vangelo” – fondano la Salvezza: tale fedeltà è condizione indispen-sabile della fede.
Identica fedeltà ha avuto l'Apostolo nel “trasmettere” quanto pure lui ha “ricevuto”.
Sono trascorsi appena vent' anni circa dalla morte di Cristo e la Tradizione è già compaginata, saldamente ancorata e garantita dalle testimonianze di coloro che hanno vissuto i fatti.
Paolo sintetizza i punti focali della Tradizione: la morte – e la sepoltura, che la conferma – di Cristo, la sua risurrezione – e le apparizioni che l'hanno fatta verificare – per la redenzione dei peccati dell'umanità.
Tutto è avvenuto, non occasionalmente o per coincidenza, ma in attuazione del progetto divino, “secondo le Scritture”.
La dovizia di testimonianze sulla risurrezione di Cristo è tale – Paolo ne cita soltanto alcune, le più verificabili – che non ci possono essere dubbi circa la sua storicità.
Gli Apostoli hanno il compito dì trasmettere tale testimonianza e tutto quanto di salvifico vi è legato.
Paolo asserisce con umiltà e con riconoscenza di aver avuto identica vocazione, anche se improvvisa, inattesa – come una nascita prematura, quasi violenta, “un aborto” – rispetto a quella degli altri Apostoli, nei quali è invece maturata progressivamente.
La risposta di Paolo è stata completa, il suo impegno diuturno e faticoso, sacrificante ed allora “la Grazia di Dio” ha reso feconda la sua missione.

Fonte: Il Cittadino
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