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Don Paolo Costa: “Paolo a Tessalonica”

Presentato in Seminario alla presenza dell'autore

Don Paolo Costa: “Paolo a Tessalonica”

Studiando le varie discipline teologiche si è sempre provocati dai misteri che li riguardano e dall’impegno che deriva: la rivelazione che il Signore ha voluto fare di Sé all’umanità è al tempo stesso un dono e una responsabilità poiché ci conduce alla comunione con Lui e ci affida il compito di trasmetterla agli altri.

Questa considerazione è valida fin dalle origini ed è Gesù stesso che comanda ai suoi apostoli “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,19-20): oggi il senso è ancora più profondo perché non si tratta più di fare un primo annuncio del vangelo, ma di una nuova evangelizzazione che si apre a tutti gli ambiti di vita dell’umanità.

L’aspetto culturale è certamente molto provocante perché il rapporto tra fede e ragione, è stato messo per lungo tempo in discussione, e viene spesso erroneamente considerato come antitetico.  Per vivere da cristiani serve la fede tanto quanto la ragione e con esse conoscere il senso del messaggio di Dio e provare a viverlo nel quotidiano.

Lunedì 10 dicembre, nell’aula magna del Seminario Arcivescovile, è stato presentato il libro di don Paolo Costa, sacerdote della nostra diocesi e segretario particolare del Cardinale Arcivescovo, dal titolo “Paolo a Tessalonica” pubblicato da Cittadella Editrice.

Alla presentazione hanno partecipato oltre all’autore anche don Paolo Bonassin, docente di Sacra Scrittura della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e la professoressa Maria Grazia Bianchini, ordinario emerito di Diritto Romano dell’Università di Genova.

Dopo una breve introduzione del Rettore del Seminario, Mons. Michele Cavallero, entrambi i relatori hanno illustrato l’importanza del lavoro dell’autore come sintesi dei suoi studi in Scienze Bibliche e le sue competenze in Diritto Romano: è in questo profilo infatti che questa pubblicazione trova il suo collocamento, come approfondita ricerca, nell’ambito dell’evangelizzazione di San Paolo a Tessalonica, del rapporto che lo stesso apostolo aveva con la giurisdizione romana.

Il rigore scientifico e la complessità della tematica farebbero pensare ad un testo esclusivo per gli esperti del settore: dalla presentazione è emerso il minuzioso e preciso lavoro, che, l’autore ha svolto come un esperto cercatore di pietre preziose ha scavato nelle fonti letterarie, giuridiche e nelle testimonianze epigrafiche ed archeologiche trovando elementi di enorme interesse scientifico.

Il libro, per quanto specialistico, contribuisce ad approfondire culturalmente la nostra fede, suscitando la necessità di conoscere maggiormente la storia e le conseguenze della prima evangelizzazione.

Nel suo intervento, don Paolo Costa ha evidenziato come sia proprio andando alle fonti che si possa fare un’autentica ricerca, e che ogni cristiano dovrebbe sempre sentire in sé il desiderio di rendere ragione della sua speranza in Dio: l’uso che Luca fa di termini giuridici precisi ha suscitato l’interesse dell’autore ed è questo l’esempio di come alcuni dettagli ci permettano di metterci in cammino. Il Signore opera ancora oggi attraverso la sua Parola.

Il nucleo fondamentale della nostra fede (il kerygma) è scritto nella prima lettera di San Paolo ai Corinti: “A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.” (1Cor 15, 3-5): egli si ritiene in grado di trasmettere proprio perché innanzitutto ha ricevuto un messaggio, lo ha elaborato alla luce della sua cultura e della sua vita e quindi ha dedicato la sua esistenza alla sua diffusione.

L’annuncio del Vangelo è possibile se l’evangelizzatore ha la competenza di mostrare con chiarezza come le Scritture dell’Antico Testamento si collegano all’evento Gesù: a Tessalonica viene usato questo modo ed era lo stesso che Gesù ha insegnato ai suoi discepoli, riscontrabile in altri passi del vangelo e in particolare all’episodio di Emmaus (Lc 24)

La possibilità di percepire la presenza del Signore parte dalla capacità di comprendere le Scritture: è necessario fare lo sforzo acquisire le competenze che servono a questo scopo.

Se vogliamo essere anche noi autentici discepoli del Signore, dobbiamo approfondire la nostra cultura cristiana e la Sacra Scrittura è il primo passo di un buon cammino in questa direzione.

Fonte: Il Cittadino
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