II lettura di domenica 6 febbraio - V domenica del Tempo Ordinario
La vocazione
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1Cor 15,1-11)
Fratelli, a voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
Ai cristiani di Corinto Paolo ribadisce la necessità di serbare fedelmente le verità che, costituendo il lieto annuncio – “il Vangelo” – fondano la Salvezza: tale fedeltà è condizione indispensabile della fede.
Identica fedeltà ha avuto l'Apostolo nel “trasmettere” quanto pure lui ha “ricevuto”.
Sono trascorsi appena vent' anni circa dalla morte di Cristo e la Tradizione è già compaginata, saldamente ancorata e garantita dalle testimonianze di coloro che hanno vissuto i fatti. Paolo sintetizza i punti focali della Tradizione: la morte – e la sepoltura, che la conferma – di Cristo, la sua risurrezione – e le apparizioni che l'hanno fatta verificare – per la redenzione dei peccati dell'umanità.
Tutto è avvenuto, non occasionalmente o per coincidenza, ma in attuazione del progetto divino, “secondo le Scritture”. La dovizia di testimonianze sulla risurrezione di Cristo è tale – Paolo ne cita soltanto alcune, le più verificabili – che non ci possono essere dubbi circa la sua storicità.
Gli Apostoli hanno il compito dì trasmettere tale testimonianza e tutto quanto di salvifico vi è legato.
Paolo asserisce con umiltà e con riconoscenza di aver avuto identica vocazione, anche se improvvisa, inattesa – come una nascita prematura, quasi violenta, “un aborto” – rispetto a quella degli altri Apostoli, nei quali è invece maturata progressivamente.
La risposta di Paolo è stata completa, il suo impegno diuturno e faticoso, sacrificante ed allora “la Grazia di Dio” ha reso feconda la sua missione.
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