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Mes, cosa decidere?

Dibattito fra le forze governative sulla misura economica

L'Istat presentando gli ultimi dati sul lavoro ha rilevato nel mese di maggio una salita del tasso di disoccupazione al 7,8 % e di quello di inattività al 37,3 % ed evidenziato "una flessione rilevante" rispetto al mese di maggio 2019 registrando un - 2,6 % pari a 613mila unità che coinvolge sia le donne (- 270 mila) che gli uomini (- 343mila). Allargando lo sguardo l'Istat ha sottolineato anche come, tra emergenza Covid e lockdown, dal mese di febbraio 2020 il numero degli inattivi è salito di oltre 900mila unità anche se, con la graduale riapertura delle attività, torna a crescere il numero delle persone in cerca di lavoro e gli ultimi dati "descrivono un'evoluzione diversa rispetto a quella dei mesi precedenti: rispetto a marzo ed aprile la diminuzione degli occupati è più contenuta ed aumenta gradualmente il numero di ore lavorate pro capite".

Il rapporto annuale 2020 pubblicato dall'Istat in questi giorni fotografa un paese uscito dalla crisi causata dalla pandemia e dal lockdown in una situazione drammatica che ha colpito in particolare le donne, i giovani e le famiglie più fragili allargando il solco profondo che già esisteva in una società, unico caso al mondo, in cui i figli sono più poveri dei genitori. Laura Sabbadini, responsabile centrale dell'Istituto, ha commentato: "L'arrivo del Covid ha portato al sovrapporsi delle diseguaglianze sulle precedenti diseguaglianze.

Sul lavoro, nella società e nella scuola". I dati confermano che il 2020 sarà caratterizzato da un calo delle nascite di oltre 10mila nuovi nati, passando dai 436mila del 2019 a 426mila alla fine dell'anno, con una previsione per il 2021 ancora più negativa con una discesa a 396mila unità con il rischio reale per il nostro paese di un assoluto tracollo demografico.

In occasione della conferenza stampa di esordio del semestre europeo di presidenza tedesca, Angela Merkel ha sottolineato l'importanza di ritrovare una coesione europea precisando: "Siamo nel momento più difficile della storia delle Ue", con la necessità di ottenere l'unanimità sui 750 miliardi di euro del Recovery Fund nonostante i paesi del Nord restino fermi sulle loro posizioni critiche.

Anche Ursula Von der Leyen ha ribadito: "Siamo sotto una grande pressione. Ogni giorno che passa rischiamo che si perdano posti di lavoro, che imprese falliscano e conseguentemente ogni giorno conta per l'approvazione del Recovery Fund". I leader europei hanno chiarito ancora una volta che ogni paese deve anche guardare al proprio interno e fare ciò che deve fare a livello nazionale per rendere l'economia competitiva. L'Italia ad oggi non ha ancora spiegato nel dettaglio quali riforme ed investimenti intende finanziare con il Recovery Fund e quali garanzie è in grado di offrire sul fatto di avere la capacità di portare a termine quanto promesso. Il nostro governo è anche l'unico che non ha ancora provveduto a presentare il suo piano a Bruxelles dove nessuno riesce a capire perché il nostro paese non abbia ancora attivato il Mes ormai ripulito di ogni condizionalità. Il forte sospetto tra i nostri partner è che il premier Conte non sia in grado di controllare la sua maggioranza; fonti europee hanno fatto trapelare che se il governo non si mette d'accordo sul Mes e se non presenta il Piano delle riforme a Bruxelles, i paesi "frugali" sosterranno che l'Italia non ha così bisogno di soldi e che comunque non sarebbe in grado di gestire i 172 miliardi del Recovery fund.

La gravità della situazione del nostro paese di fronte ai partners europei ha spinto Paolo Gentiloni, commissario europeo all'Economia, a precisare: "L'Italia potrà contare di più se non cancella tra i suoi obbiettivi quello del controllo del debito pubblico". Gentiloni ha aggiunto anche: "Sul Patto ci sarà una grande discussione l'anno prossimo. Non bisogna fare errori di tempistica nella stretta alla spesa che certamente gradualmente dovrà esserci". La situazione è però molto complicata: il premier Giuseppe Conte che continua a dichiarare che l'Italia ce la farà da sola, per cercare di prendere tempo e non decidere sul Mes ed arrivare a settembre in modo da non rischiare l'implosione della maggioranza politica che lo sostiene. La posizione sul Mes del M5s che non è cambiata e Vito Crimi, reggente del Movimento, conferma: "Se debito deve esserci allora meglio con lo scostamento di bilancio che con uno strumento pericoloso". Di fronte a queste affermazioni anche Nicola Zingaretti è stato costretto a sottolineare che gli alleati si dimostrano "miopi ed irresponsabilmente ideologici".

Nel momento in cui i negoziati con i paesi del Nord stanno per entrare nella fase decisiva e più delicata il nostro paese si presenta con un esecutivo incerto e più attento al gradimento elettorale che ai problemi dei cittadini italiani e lancia segnali che potrebbero irrimediabilmente indebolirci con i partner europei. Il piano voluto dal premier Conte e dal ministro Di Maio per trovare un lavoro ai destinatari del reddito di cittadinanza si è rivelato un fallimento completo con un costo stanziato per i contribuenti di 500 milioni di euro e l'assunzione di 2.980 navigator che nessuno sa esattamente che cosa facciano.

Il governo deve finalmente decidere di affrontare le priorità del nostro paese e farlo in modo chiaro e strutturato non come accaduto ancora una volta con Alitalia che ha ora nuovi vertici ed una cospicua dotazione di soldi dei contribuenti ma nessun piano industriale.

Anche il settore della sanità, arrivato all'emergenza Covid devastato dai tagli alla spesa portati avanti senza alcuna logica, deve essere ripensato e le risorse messe a disposizione dall'Ue immediatamente utilizzate per rinnovare una struttura sanitaria inadeguata e costosa che non è però in grado di garantire servizi efficienti ad un paese dove, tra l'altro, continua a crescere il numero degli anziani.

Il Parlamento deve intervenire subito per costringere l'esecutivo ad utilizzare i fondi messi a disposizione dall'Europa ed abbandonare una tattica attendista dettata solo da finalità politiche ed elettorali che potrebbero distruggere il futuro economico e sociale del nostro paese.

Fonte: Il Cittadino
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