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Economia e sanità: nodi da sciogliere

Governo chiamato a decisioni chiare su chiusure generalizzate e Recovery Fund

La tensione tra i partner europei continua a salire sul metodo per conteggiare i costi del debito comune che l'Unione emetterà per fronteggiare la prima e la seconda fase della pandemia ed i suoi effetti devastanti sull'economia e sulla tenuta sociale dei paesi che ne fanno parte. Lo scontro tra Parlamento e Consiglio sul bilancio Ue 2021-2027 diventa sempre più aspro con il parlamento che definisce in una nota diffusa dall'Europarlamento la posizione assunta da molti paesi "miope ed irresponsabile" con il rischio, che ormai è diventato di fatto una certezza, di far slittare l'arrivo dei fondi del Recovery Fund alla prossima estate, mettendo in grave difficoltà i partner che sono stati maggiormente colpiti dal Covid19, a causa delle persistenti difficoltà nel trovare un punto d'incontro sui nodi dello stato di diritto non rispettato da Polonia e Ungheria e sui sacrifici imposti ai programmi comunitari "bandiera" come l'Erasmus.

Dal ministero dell'Economia per ora non traspare una grande preoccupazione per questo dilatamento dei tempi di erogazione dei fondi avendo 84 miliardi di euro di liquidità disponibili che potranno essere utilizzati con l'escamotage ideato dal governo di inserire nella manovra un fondo "anticipazioni" in cui stanziare già nella legge di bilancio le risorse del Recovery Fund che verranno utilizzate nel corso del 2021.

Quanto sta accadendo nella Sanità, dove l'esecutivo ha sprecato mesi preziosi che avrebbero potuto essere utilizzati per dotarsi di risorse e materiali per essere pronti a fronteggiare la nuova crisi, e non trovarsi di nuovo senza posti letto in terapia intensiva e ossigeno che sta cominciando a scarseggiare, non deve succedere anche per l'economia. Il fatto di avere a disposizione liquidità che ci permette di lavorare in sicurezza non deve distrarci dai pericoli futuri ed è necessario impegnarsi al massimo per sbloccare subito tutti fondi disponibili dal Mes agli acconti sul Recovery Fund.
Il bilancio dei casi di Covid registrati nel mondo ha superato la soglia dei 45 milioni, con un incremento di un milione in soli due giorni; i morti hanno raggiunto 1.181.075 e le previsioni dell'Organizzazione mondiale della sanità vedono nei mesi di novembre e dicembre il picco massimo della diffusione del virus. Sarà necessario prendere misure molto drastiche, come già fatto da Francia e Germania, per evitare che la curva epidemica abbia un'impennata insostenibile. Il nostro esecutivo dovrà, inevitabilmente, prendere decisioni più radicali verso un lockdown generale rispetto alla continua proliferazione di DPCM che sembrano più basati sulle ansie di singoli ministri preoccupati della loro immagine che su dati scientifici. L'Istat ha certificato che nel mese di settembre, prima della recrudescenza della pandemia, il numero degli occupati rispetto a febbraio è sceso di 330.000 unità nonostante il blocco dei licenziamenti.

In occasione della Giornata del risparmio il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha sottolineato, con toni molto marcati, che la ripresa dei contagi "si ripercuote negativamente sulla fiducia e sulla spesa delle famiglie e delle imprese" e "minaccia" i risultati conseguiti e quindi "Non basta affrontare le emergenze, ora bisogna affrontare i nodi strutturali che hanno frenato la crescita".
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha evidenziato come sia molto preoccupato di questo aspetto che potrebbe trasformare la virtuosità del risparmio nella negatività di un'accumulazione avida ed egoista e ha quindi sollecitato i detentori di questa grande ricchezza, che ad aprile 2020 aveva raggiunto la stratosferica cifra di 790 miliardi di euro, ad utilizzare "Il risparmio tradizionale per concorrere alla ripartenza del paese sostenendo una rapida ripresa dei consumi e degli investimenti, una volta domata la pandemia".
La presidente della Bce Christine Lagarde ha confermato che nel mese di dicembre, per fronteggiare novembre che sarà un "mese molto negativo", ci sarà un nuovo intervento per espandere le politiche monetarie con una "rimodulazione dell'intero armamentario della Bce" e prevedibilmente con aumento degli acquisti dei titoli del "Pepp" con un'estensione della liquidità garantita alle banche e con un ritocco dei tassi di interesse anche per prepararsi ad affrontare in Europa l'urto della massa enorme di Npl che si riverserà sulle banche. Dopo la fine della moratoria sui debiti si verificherà infatti un'esplosione dei crediti a rischio concentrata in un lasso di tempo così breve che potrebbe mettere in discussione la solidità del capitale di molti istituti.

Desta grande preoccupazione la lentezza con cui i partner europei stanno affrontando il problema della revisione del "calendar provisioning", e cioè delle norme europee che definiscono le modalità ed i tempi di copertura dei crediti deteriorati.

Gli errori commessi in campo sanitario e la perdita di tempo prezioso non devono caratterizzare anche gli interventi nel settore economico. E’ necessario abbandonare ogni calcolo politico e varare un piano pluriennale per rilanciare l'economia. Se ancora una volta gli interventi saranno invece timidi, limitati e influenzati dalle lobby di potere, l'esecutivo rischia di portare il paese in una crisi economica e sociale che peserà sulla vita di milioni di cittadini e di famiglie che già oggi si trovano al limite o sotto la soglia della povertà.

Fonte: Il Cittadino
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