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Istat: occupazione in forte calo. Dubbi sulla ripresa

L’UE aspetta dall'Italia riforme e sviluppo

L'Istat rileva che ad aprile si sono registrati 274mila occupati in meno, con un tasso di variazione superiore all'1 per cento e che i più colpiti sono giovani, donne e precari, con un crollo dell'occupazione generalizzato ma che colpisce in modo più forte i dipendenti a tempo determinato che calano di 129mila unità con una discesa del 4,6 % su marzo. L'Istat conferma che gli inattivi, e cioè quelli che hanno perso la speranza di trovare un lavoro e non lo cercano neppure più, sono saliti ad aprile di 746mila portando il dato per l'anno dei soggetti tra i 15 ed i 64 anni a un milione 462mila (+ 11,1%). Anche Eurostat ha confermato che nell'area Euro il tasso di disoccupazione è salito al 7,3 % rispetto al 7,1 di aprile e che i disoccupati hanno raggiunto gli 11 milioni e 919 mila unità con una crescita mese su mese di 211mila persone, mentre nell'area Ue il dato complessivo è di 14 milioni e 79mila disoccupati con una crescita sul mese precedente di 397mila unità.

Quanto accaduto nei mesi di marzo e aprile è conseguente all'effetto del "lockdown" che ha scoraggiato la ricerca di un lavoro con la metà delle imprese chiuse e le persone bloccate in casa; l'esplosione degli inattivi deve però imporre una seria riflessione su questa impostazione di calcolo che finisce per convincere l'opinione pubblica che i disoccupati nel nostro paese siano molto meno del numero reale dato che oggi, con i nuovi criteri imposti dalla politica, non viene più conteggiato chi non effettua azioni concrete di ricerca con una immediata disponibilità all'inizio del rapporto e si crea quindi una realtà che non fa più parte della forza lavoro perchè non può essere classificata né come disoccupati né come occupati.

Sempre nei mesi di aprile e maggio non si è attivato il circuito che abitualmente include i lavoratori nella ristorazione, nell'animazione e nella pulizia con la riapertura degli alberghi e degli esercizi legati al turismo.

L'accesso al "Next generation fund" ha regole precise che non possono essere ignorate dal nostro esecutivo ed il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ha ribadito che "Non ci saranno fondi senza un piano di riforme" e che i governi "devono presentare piani che spieghino quali riforme e investimenti pensano di mettere in campo per stimolare la crescita e rafforzare le loro economie contro la crisi provocata dall'epidemia".

Per il nostro paese la Commissione europea si aspetta progetti e riforme nel campo della scuola, della ricerca, della giustizia civile oltre ad un grande piano per la digitalizzazione e le infrastrutture che continuano a rappresentare uno dei principali colli di bottiglia per uno sviluppo sostenibile.

Inoltre è ormai evidente che le risorse utilizzabili per quest'anno non supereranno i due miliardi di euro e che la cifra complessiva degli interventi non sarà di 172 miliardi di euro come dichiarato dall'esecutivo ma di 153 milioni, fermo restando che il piano europeo si basa su una dozzina di voci e di fondi che reggono i tre pilastri del progetto, investimenti pubblici, investimenti privati e prevenzione, e di cui solo due sono in grado di erogare subito qualcosa.

Christine Lagarde ha rilanciato l'intervento della Bce con un piano di acquisto di titoli che arriverà a milletrecentocinquanta miliardi di euro e durerà almeno fino al mese di giugno 2021, o fino al superamento della crisi. "Chiaramente – ha detto Lagarde - politica fiscale e politica monetaria, per come si stanno sviluppando le cose, si completano a vicenda. Lavorano fianco a fianco e sono allineate nel perseguire obiettivi simili". Nella stessa occasione Lagarde ha confermato che il quadro economico è grave e che il crollo del Pil nel secondo trimestre è "senza precedenti" e le nuove stime della Bce indicano per il 2020 nell'Eurozona un calo dell'8,7 % con una scenario più "grave" che potrebbe toccare il 13 %. In questo contesto così grave dal punto di vista economico e così incerto dal punto di vista delle norme attuative del "Next generation fund" e conseguentemente della tempistica delle erogazioni dei fondi che, per i paesi più fragili come il nostro, diventa uno degli aspetti più importanti e drammatici, lascia molto perplessi la lettera ricevuta dal nostro governo dalla Commissione europea che ha richiesto un chiarimento per capire se il nostro paese voleva o meno i soldi del fondo "Sure" destinati a finanziare la cassa integrazione dal momento che ad ora non era stata ancora inviata nessuna chiara richiesta in merito e, nonostante le rassicurazioni di Palazzo Chigi e del Ministero dell'Economia che hanno garantito che la lettera è quasi pronta, è lecito pensare che sussistano gravi problemi tecnici per inoltrare la richiesta legati alle regole tra partner. La lite esplosa all'interno della maggioranza che sostiene il governo e tra il premier Giuseppe Conte ed alcuni dei suoi ministri in merito all'annunciata convocazione degli "Stati generali dell'economia" aumenta la preoccupazione per un paese in cui sembra che le forze politiche continuino a pensare solo al loro tornaconto elettorale ed agli interessi di parte, con un premier che dichiara con enfasi di aver fatto questa convocazione, ed i suoi principali ministri che lo accusano di non essere stati informati di nulla.

E' necessario agire per il bene comune subito ed il Parlamento deve garantire piani rapidi e decisi per una crescita ed una ripresa che sole possono garantire una vita dignitosa, basata sul lavoro, ai cittadini.

Fonte: Il Cittadino
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