Il discorso del re

Regia di  om Hooper. Interpreti principali: Colin Firth (Albert/Re Giorgio VI), Geoffrey Rush (Lionel Logue), Helena Bonham Carter (Elisabetta), Guy Pearce (David),

Inghilterra, inizio degli anni Trenta: Albert, secondogenito di Re Giorgio V, deve tenere un discorso in pubblico. Ma davanti alla folla imbarazzata, Albert (il futuro re Giorgio VI, successore al trono quando il fratello maggiore Edoardo VII abdicherà per Wallis Simpson) non riesce a pronunciare una sillaba, paralizzato dalla balbuzie. Dopo molti tentativi con medici di corte, la moglie Elisabetta  (la madre dell'attuale Elisabetta II) andrà in cerca di un bizzarro logopedista australiano, Lionel Logue, che sembra avere le capacità di guarire colui che potrebbe diventare il futuro re.
Strepitosa prova d'attore per l'inglese Colin Firth e per l'australiano Geoffrey Rush nel film di Tom Hooper "Il discorso del re". Il discorso a cui si riferisce il titolo è quello passato alla storia, quando Giorgio VI dovrà comunicare a tutti i sudditi inglesi, anche quelli d'oltremare, che l'Inghilterra è entrata in guerra. Tom Hooper fa un ottimo lavoro di equilibrio tra vicende che diventeranno di dominio pubblico (Edoardo VII innamorato dell'americana Wallis Simpson, la preoccupazione crescente per l'Europa sempre più preda dei totalitarismi) e l'insicurezza di un uomo destinato alla vita pubblica. Il tema poteva sfociare nel ridicolo, ma il regista riesce con grande acutezza a scavare nelle pieghe della vita intima di corte senza mai scadere nella banalità, mostrando invece tanto la fragilità, quanto la forza di carattere di re Giorgio VI. Al centro di tutta la narrazione, che percorre gli anni fino alla II Guerra Mondiale, vi è il rapporto che si instaura tra Albert e Lionel, fatto di tensioni, discussioni e anche di pregiudizi (verso un australiano, figlio di un birraio), ma che a poco a poco diventa di amicizia e rispetto che durerà tutta la vita. Il film ha già meritatamente vinto il Festival di Toronto ed è in lizza tra gli Oscar.