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Cinema: i film ambientati nei musei

Musei Vaticani, Louvre, Galleria degli Uffizi, Hermitage

Cinema: i film ambientati nei musei

Con il mese di maggio stanno riaprendo, con mille accorgimenti e cautele, musei e cinema.
Il binomio tra la visibilità delle grandi opere d'arte e quella che è chiamata la Settima arte, non poteva che sollecitare diversi registi che ambientano in un museo alcune delle scene più peculiari o suggestive di un film.
Il museo è infatti un luogo che si presta efficacemente come luogo di incontri, di paura, di suggestioni. Non a caso lo storico del cinema Antonio Costa nel suo libro "Il cinema e le arti visive" sostiene che «un quadro all’interno di una storia è sempre una storia che ricomincia».
E in questo caso non si può fare a meno di pensare al film di Hitchcock Vertigo/La donna che visse due volte del 1958 in cui compare la famosa sala 6 del Legion of Honor Museum a San Francisco, in cui James Stewart segue e guarda la protagonista Kim Novak seduta a fissare un ritratto di una sua presunta antenata. Hitchcock ottenne dal museo che il ritratto, realizzato apposta per la scena, fosse appeso tra i quadri realmente esposti.
Sempre Hitchcock realizzò altre scene dei suoi film in diversi musei, come in Ricatto del 1929, dove un uomo, inseguito dalla polizia, fugge tra le sale del British Museum; una scena che il regista riprenderà in Il sipario strappato del 1966, in cui Paul Newman cerca di far perdere le sue tracce tra le sale deserte dell'Alte Nationalgalerie di Berlino.
Un altro famoso museo oggetto di riprese è il Louvre: molti ricorderanno il famoso sceneggiato andato in onda sulla Rai tra gli anni '60 e '70 Belfagor, il fantasma del Louvre di Claude Barma con Juliette Greco.
Ripreso a sua volta da un vecchio film muto Belphégor del 1927 (dall'omonimo romanzo di Arthur Bernéde). Gli interni del museo furono in realtà ricreati negli studi di posa, ma è innegabile il fascino notturno delle sale deserte, rivelandole adatte ai thriller.
E allora non possiamo che citare in quest'ambito La sindrome di Standhal del 1996 di Dario Argento: ambientato nella Galleria degli Uffizi, si vede la protagonista Asia Argento che sviene guardando "La caduta di Icaro" di Pieter Bruegel.
L'ambientazione museale si adatta anche a film drammatici come, per rimanere negli Uffizi, Un tè con Mussolini del 1999 di Franco Zeffirelli.
Ai giorni nostri, ancora al Louvre, è girato interamente Francofonia del 2015 di Alexandre Sokurov (grande cineasta russo), che dai grandi musei del mondo dev'essere molto affascinato, poiché già nel 2002 aveva girato L'arca russa all'interno dell'Hermitage, un film particolarissimo per il tipo di riprese. Sempre riguardo al museo parigino ricordiamo Gli amanti del Pont Neuf del 1991 di Leos Carax, in cui la protagonista Juliette Binoche segue, a lume di candela, il guardiano del museo che le permette di ammirare ancora una volta il ritratto di Rembrandt, prima che lei diventi cieca.
Oltreoceano non mancano registi che hanno ambientato molte scene all'interno dei musei: tra questi soprattutto Woody Allen. Ne citiamo solo uno, Manhattan del 1979, quasi un omaggio alla città di New York, passando anche dai suoi musei, dal Moma al Planetarium, al Witney Museum.

Il testo integrale dell'articolo nella versione cartacea e digitale de Il Cittadino n. 19

Fonte: Il Cittadino
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