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Pnrr: Italia in difficoltà

Il conflitto in Ucraina e l'aumento dei prezzi minacciano il piano nazionale

Palazzo Chigi ha presentato una "road map" per raggiungere entro la fine di giugno gli investimenti e le riforme indispensabili per ottenere la seconda tranche dei fondi messi a nostra disposizione dal Pnrr: circa 24,1 miliardi di euro che, al netto dei fondi già ricevuti dal nostro paese lo scorso anno come anticipo, si riducono a 21 miliardi che non verranno erogati da Bruxelles se non centreremo le 45 "milestones e target" previsti dai nostri impegni. Nonostante le promesse del governo ad ora sono stati raggiunti solo 14 obbiettivi dei 45 previsti e le tensioni tra i partiti che sostengono l'esecutivo continuano a salire.

Mario Draghi ha ribadito con forza ai leader di partito che concessioni, fisco e linea Ue sono temi non negoziabili ma con questi presupposti appare molto difficile che in Parlamento possa essere portato a termine entro i termini temporali stabiliti un lavoro enorme come quello delle grandi riforme, dalla giustizia al fisco, che già oggi vedono il processo decisionale incagliato nelle Commissioni parlamentari che non riescono a procedere bloccate dalla continua mancanza di accordo tra maggioranza ed opposizione.
Le raccomandazioni della Commissione europea e le decisioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin confermano che il Patto di stabilità resterà sospeso anche nel 2023 ma il commissario all'Economia Paolo Gentiloni ha avvisato che l'Italia deve stare attenta perchè i suoi "squilibri macroeconomici" sono "eccessivi" ,come accade in Grecia ed a Cipro, e deve quindi rapidamente limitare la spesa corrente e confermare la discesa del debito pubblico portando a termine le riforme su fisco, lavoro, pensioni, giustizia, pubblica amministrazione e concorrenza. Gentiloni si è anche soffermato in particolare sulle pensioni e la cosiddetta "Quota 100" ricordando che la spesa pensionistica italiana è tra le più alte dell'Ue e continuerà a peggiorare con il rapido invecchiamento della popolazione ed il crollo della natalità.

Il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner è intervenuto per chiarire che l'allungamento della sospensione del Patto di stabilità non deve indurre i partner ad allontanarsi dagli impegni di riportare il deficit al di sotto della soglia del 3% ed il debito entro il 60% del Pil (risultati che oggettivamente l'Italia non potrà mai raggiungere).
Christine Lagarde, presidente della Bce, dopo aver grossolanamente sottovalutato la crescita dell'inflazione, ha anche ricordato, in occasione del suo intervento al Forum di Davos, che si deve procedere gradualmente.

Si tratta di un impegno impossibile da mantenere, con la Fed "pronta a varare misure più restrittive" per raffreddare un'inflazione che negli Stati Uniti è salita all'8,5% e la conferma del suo impegno ad una politica monetaria finalizzata a ripristinare stabilità nei prezzi. La Fed è preoccupata anche per il rischio di una frenata dell'Economia e per la "probabilità di un aumento prolungato dei prezzi dell'energia e delle materie prime".
Il ministro dell'Economia Daniele Franco a Davos ha dichiarato che ci sono "grossi rischi" legati alla guerra in Ucraina ed ai prezzi energetici e che se la situazione peggiorasse sul gas e sulle foniture, le prospettive saranno peggiori, come per chiunque altro. Una rapida inversione della politica monetaria europea causerebbe un ulteriore calo della ripresa economica con gravissime ripercussioni sulle fasce più deboli della popolazione in particolare nei paesi più deboli e fragili come il nostro.

Fonte: Il Cittadino
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