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Caro energia, industria italiana in affanno

Tutta l'Europa interessata dai rincari, in Italia è allarme disoccupazione

L'Istat nel mese di luglio ha registrato un calo di 22mila occupati in meno rispetto a giugno, che ha colpito come ormai accade sempre, in particolare le donne ed i giovani, ed una crescita degli inattivi di 54mila unità; ci sarebbero 32mila disoccupati in meno ma in realtà sono quelle persone che sulla base di un'assurda legge italiana vengono cancellate da questa categoria per cadere nel nulla ed essere abbandonate da ogni politica attiva per tentare un loro reinserimento nell'attività lavorativa.

L'altro dato allarmante è quello relativo agli over 50 che hanno superato la quota di 9,1 milioni, quasi il 40% degli occupati totali in Italia, e quello relativo ai precari che hanno toccato il record storico di 3 milioni e 166mila, confermando che il nostro paese continua ad invecchiare e a non investire nelle risorse umane che dovrebbero rappresentare il futuro sviluppo della nostra società.

L'indice Pmi della manifattura registra per l'Italia un calo a 48 punti rispetto ai 48,5 di luglio, raggiungendo il livello più basso da due anni, dal mese di luglio 2020, quando il paese era appena uscito dal lockdown causato dalla pandemia da Covid19 ed anche il volume degli ordini ha continuato la sua corsa al ribasso ad un ritmo rimasto invariato rispetto a luglio.

L'indice Pmi conferma la tendenza negativa per tutta l'Europa: qui tocca i 49,6 punti, attestandosi al livello più basso dal giugno 2020.

Confindustria ha recentemente sottolineato in più occasioni la gravissima situazione in cui si trova il comparto produttivo italiano ed ha ricordato: "Le imprese non possono reggere l'onda d'urto dei rincari energetici, rischia di saltare l'intero sistema sociale di famiglie ed imprese.

Urge un intervento netto, convinto e drastico del governo. Ogni giorno che passa sempre più imprenditori sono costretti ad interrompere la produzione".

Il Financial Times, per la seconda volta in pochi giorni, ha messo in evidenza la situazione di affanno in cui si trovano i bond dell'Eurozona, con i mercati che temono una grave recessione colpendo in particolare i Btp italiani , con volumi ai massimi dal 2008, ed ha ricordato i dati elaborati dalla "Commodity Futures Trading Commission" che certifica che nella settimana al 23 agosto gli speculatori hanno accumulato posizioni corte nette contro l'Italia per 44.100 contratti dai 42.800 della settimana precedente.
In Germania l'inflazione ha toccato l'8,8 %, il massimo da quarant'anni, con un aumento del 35,6% per i prodotti energetici e del 16,6 per i prodotti alimentari. Dimitrij Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato che la Russia venderà altrove non interagendo con i Paesi che tentano di imporre un tetto ai prezzi, mentre Dimitrij Medvedev, numero due del Consiglio di sicurezza russo, ha sottolineato che sarà come per il petrolio. Semplicemente non ci sarà più gas russo in Europa.

La generale debolezza dell'economia europea e l'esposizione del nostro paese alla fluttuazione del prezzo dell'energia pongono gravi incognite sulla sostenibilità del nostro debito pubblico, con il conseguente rischio di una nuova corsa degli spread. La Bce ha condizionato ogni nuovo intervento futuro in aiuto dei paesi più fragili al pieno rispetto, da parte del paese sotto attacco, degli impegni di risanamento finanziario ed alla realizzazione delle riforme concordate per ottenere i finanziamenti europei del Recovery Fund.

Si tratta di condizioni che l'Italia non sarebbe comunque in grado di onorare schiacciata da una gravissima crisi economica e finanziaria e da una classe politica che invece che concentrarsi sull'attuazione degli impegni presi con il Pnrr, sia per quanto riguarda gli investimenti che per le grandi riforme, ha preferito far cadere l'esecutivo guidato dal premier Draghi ed affrontare una campagna elettorale che ha di fatto bloccato l'attività parlamentare con gravissime ripercussioni per il paese. L'Europa per ora guarda e non commenta per non aggravare ulteriormente la situazione del nostro paese, ma i mercati sono preoccupati perché l'allontanamento di Mario Draghi potrebbe significare una nuova stagione politica in cui verrebbero affossate le riforme ed il debito pubblico ricomincerebbe la sua folle corsa con una nuova classe politica destinata a perdere ogni contatto con la realtà. I vincitori della prossima tornata elettorale dovranno necessariamente portare avanti le scelte di Mario Draghi per risollevare la competitività dell'Italia e contrastare le lobbies ed i gruppi portatori di interessi che fino ad oggi sono riusciti a bloccare la vita di un intero paese che sta precipitando in una gravissima crisi economica e sociale.

Fonte: Il Cittadino
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