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Italia, segnali di ripresa con l’aumento del Pil

Necessario ora rispettare i tempi dell’Europa per l’utilizzo del Recovery Fund

Le ultime previsioni diffuse dalla Commissione europea sull'economia dell'Unione sono molto ottimistiche e la stima di un aumento del Pil del 4,2% per quest'anno e del 4,4 per il prossimo rappresentano un dato importante per portare la fiducia indispensabile per una solida ripresa economica e sociale.
Anche le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale confermano per il nostro paese una crescita del 4,2% quest'anno e del 3,6 il prossimo.
Resta il problema nazionale legato all'ultimo aggiornamento della Nadef (la Nota di economia e finanza) varata dall'esecutivo, con una stima di crescita del 6% che comporterà per il governo la necessità di nuove valutazioni e nuovi aggiornamenti per trovare le coperture necessarie al fabbisogno.
Paolo Gentiloni, Commissario agli Affari economici, nel presentare questi dati ha sottolineato: "Sono positivi ed incoraggianti", dopo un lungo periodo di tracollo durato oltre 15 mesi caratterizzato da una forte recessione e dal blocco dell'economia in molti settori.
Le stime per il nostro paese lo collocano in linea con la media europea, e questo è un fatto nuovo ed importante, anche se la Commissione sottolinea le fragilità ancora senza risposta
Gentiloni stesso ha ricordato come “la sfida principale sarà nei prossimi mesi e anni con l'attuazione dei programmi di riforma e investimenti del Recovery che stiamo discutendo perchè è evidente che queste stime di crescita non sono conseguenti solo al contributo dei piani ma anche al fatto che vengano attuati per rendere la crescita prolungata e duratura".

La crescita nel nostro paese supererà il tetto del 4% ed ora dobbiamo dimostrare ai nostri partner di essere in grado di sfruttare le enormi risorse che ci vengono messe a disposizione confermando le attese dell'Europa e dei mercati che si aspettano una lunga stabilità politica e l'attuazione delle riforme da sempre promesse dai numerosi governi che si sono succeduti negli anni e mai attuate, in particolare quella della giustizia.

L'Italia, in cambio delle risorse europee, ha preso un impegno preciso ad approvare entro quest'anno le tre leggi delega indispensabili per garantire tempi processuali più rapidi sia in campo civile che penale. Palazzo Chigi ha avviato il percorso delle riforme, che dovrà comunque superare i numerosi intralci e sbarramenti che verranno posti in essere dai partiti e dalle lobby di potere, necessario per risolvere l'emergenza nel civile che blocca gli investimenti e rende spesso non esercitabili concretamente i diritti dei creditori superando tutte le lungaggini dei meccanismi di esecuzione forzata in particolare nei casi di fallimento o insolvenza. L'impegno preso dal nostro paese nel campo della giustizia è estremamente ambizioso e vincolante per poter ottenere tutte le risorse messe a disposizione dall'Europa e prevede entro 5 anni un taglio dei tempi del processo civile del 40 per cento e del 25 % di quello penale.

Si tratta di obbiettivi che potranno essere raggiunti solo se entro il 2021 saranno approvate definitivamente le leggi delega ed entro giugno quella sul Csm, e se finalmente la magistratura riuscirà ad uscire rapidamente in modo chiaro e comprensibile per tutti i cittadini dalla gravissima crisi morale che l'ha colpita con la tempesta di fango e sospetti che si è ripresentata con la pubblicazione dei verbali secretati del caso Amara. Nel rapporto "Doing business" del 2018 l'Italia è al 108° posto su 190 Paesi per tempistica delle esecuzioni giudiziali degli obblighi contrattuali e per il recupero di un credito, per cui occorrono 1120 giorni mentre in Francia ne servono solo 395 ed in Germania 499.
Il pieno successo dei progetti del Pnrr e delle riforme è indispensabile per il nostro paese per poter affrontare con i partner il tema del Patto di stabilità che al momento è sospeso fino alla fine del 2022; senza una nuova intesa l'italia, con un rapporto debito/Pil del 160%, nel 2022 si troverebbe nell'impossibilità di rispettare i parametri attuali con il rischio di dover affrontare una nuova gravissima crisi economico finanziaria che i cittadini non sarebbero più in grado di accettare.
L'Europa è pronta ad aiutarci come non aveva mai fatto in passato, e disposta a superare molti ostacoli per permettere al nostro paese una ripresa forte e duratura, ma è necessario dare prove di reale cambiamento abbandonando subito i nostri vizi e difetti ma purtroppo quanto sta continuando ad accadere ogni giorno non è rassicurante.
L'Alitalia, sempre senza un piano ed un progetto per il suo futuro, ha costretto il governo ad inserire nel decreto sostegni bis altri 100 milioni di euro dei cittadini per garantire l'operatività della compagnia continuando a volare e pagare gli stipendi. Si tratta dell'ennesimo spreco di denaro pubblico destinato a finire sotto la lente di Bruxelles ed irritare gli altri paesi; l'Ilva continua a vivere nella più completa incertezza con il destino legato alle sentenze di Tribunali e del Consiglio di stato che potrebbero decidere in qualunque momento di spegnere gli altiforni mettendo la parola fine alla storia dell'impianto siderurgico più grande d'Europa.
Mario Draghi ed i suoi ministri devono avere il più ampio supporto da parte del Parlamento e dei partiti politici e lo devono avere subito. Le difficoltà e le opportunità sono enormi ma è necessario lavorare uniti per superare gli ostacoli che nascono quotidianamente e potrebbero vanificare le possibilità di crescita, come accaduto con il superbonus per le imprese e quello del 110 % bloccati dalla Ragioneria dello Stato per la mancanza di coperture. E' indispensabile dare chiarezza ai cittadini ed ai partner europei con decisioni semplici ed attuabili e mettere le basi di una ripartenza indispensabile per superare il momento drammatico che stanno vivendo tante famiglie e tanti giovani.

Fonte: Il Cittadino
Italia, segnali di ripresa con l’aumento del Pil
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