La parola
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Solennità di tutti i Santi, Mt. 5,1-12a

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli

Nella suggestiva solennità di Tutti i Santi, la liturgia ci propone la celebre pagina di Matteo, che racchiude l'inizio del discorso del monte, con la proclamazione delle beatitudini; ovviamente, siamo invitati a cogliere il rapporto profondo che sussiste tra il mistero della santità, destino ultimo dell'uomo, nel disegno di grazia del Padre, e le beatitudini che annunciano la novità del Regno, presente nella persona viva di Cristo.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli

Nella suggestiva solennità di Tutti i Santi, la liturgia ci propone la celebre pagina di Matteo, che racchiude l'inizio del discorso del monte, con la proclamazione delle beatitudini; ovviamente, siamo invitati a cogliere il rapporto profondo che sussiste tra il mistero della santità, destino ultimo dell'uomo, nel disegno di grazia del Padre, e le beatitudini che annunciano la novità del Regno, presente nella persona viva di Cristo. Come noto, le otto beatitudini, nella formulazione di Matteo, evocano situazioni e scelte di vita, orientamenti del cuore, che aprono un cammino di gioia, pur dentro le sofferenze e le contraddizioni della storia e della vita, un cammino che ha un orizzonte totale, futuro, indicato dal possesso del Regno e dalla ricompensa nei cieli. Il legame che possiamo cogliere tra questa parola evangelica e l'esistenza dei santi, noti e ignoti, di ogni tempo, sta, innanzitutto, nel fatto che i santi sono uomini e donne, che, nella concretezza drammatica del loro cammino, hanno incarnato queste beatitudini, le hanno rese vive nella trama degli avvenimenti e degli ambienti della loro esistenza, hanno dato volto alle parole di Gesù: tanto che i santi possono essere definiti 'gli uomini delle otto beatitudini', così come il servo di Dio Giovanni Paolo II amava chiamare un testimone dei nostri tempi, il beato Piergiorgio Frassati. La povertà di spirito, intesa come semplicità e affidamento fiducioso al Padre, la capacità di soffrire, portando in sé il dolore del mondo e dei fratelli, la mitezza, la passione per la giustizia, nei rapporti con Dio e con gli uomini, la misericordia che genera il miracolo del perdono, la purezza e la trasparenza del cuore, la promozione della pace dei figli di Dio, l'essere perseguitati a causa della verità e della giustizia: tutti questi tratti, che compongono il volto di un uomo nuovo, in diversa misura si ritrovano nella vita dei Santi, che, in questo senso, essi sono i veri protagonisti della storia, coloro che realmente mettono in moto i cambiamenti più radicali, che hanno come primo spazio il cuore di uomini afferrati da Cristo. Ma le beatitudini proclamate da Gesù, sono inseparabili dalla sua persona, non fatichiamo, infatti, a riconoscere in quegli atteggiamenti le grandi dimensioni che hanno caratterizzato la vita e il volto di Cristo: è lui povero di spirito nel suo totale riferimento al Padre, vulnerabile ed esposto al dolore dell'uomo, 'mite e umile di cuore' (Mt 11,29), affamato e assetato di giustizia, nel suo zelo per Dio e nella sua passione per gli uomini, misericordioso e puro di cuore, senza ombra di falsità e d'ipocrisia, operatore di pace e perseguitato per la giustizia, per la testimonianza resa alla verità, fino alla croce. La sorgente della santità, di quest'esistenza trasfigurata non è, allora, uno sforzo titanico e un po' stoico per riprodurre in sé i tratti di vita, racchiusi nelle beatitudini, ma è la comunione vissuta con Cristo, fonte della beatitudine, l'immedesimazione paziente e amorosa con lui, fino a rivivere, per grazia, la novità della sua figura e della sua esistenza filiale. Non c'è santo che non abbia vissuto, custodito e alimentato un legame, carico d'affezione, con Cristo, incontrato e riconosciuto vivente nella sua Chiesa, nei suoi misteri: santità e beatitudini vanno insieme, come ci testimonia il percorso dei santi, perché entrambe sono forme di sequela del Signore, sono il frutto di una progressiva assimilazione a Lui. Non possiamo dimenticare che colui che ha proclamato le beatitudini non è un maestro del passato, né semplicemente un grande profeta o un genio religioso, di cui al massimo restano gli insegnamenti, ma è il Vivente, colui che, attraverso l'oscurità della croce, è giunto alla pienezza della risurrezione: sarebbe ben diverso leggere e ascoltare le parole del vangelo, se Gesù fosse solo un personaggio del passato, se tutto si fosse chiuso nel silenzio del sepolcro. Cristo, invece, ha infranto le barriere della morte ed è risorto, e perciò è così vivo, corporalmente e realmente, che può investire la vita di uomini e donne, come i Santi, e, laddove trova cuori spalancati, fiduciosi, disposti a perdere tutto per Lui, rende possibile il miracolo di un cambiamento profondo: i santi stanno di fronte a noi e accanto a noi, come segno certo e luminoso del Signore risorto.

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