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II lettura di domenica 7 novembre - Cristo si è offerto una volta per tutte per togliere i peccati di molti

XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.
Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.

Nella concezione antica, il tempio è simbolo e segno visibile della sede ultraterrena, invisibile di Dio.
Nel tempio dell’A.T. il sommo sacerdote entrava una volta l'anno – nel “Giorno dell’Espiazione” – per offrire sacrifici di animali, impetrando la divina misericordia.
Cristo, perfetto sacerdote, non è “entrato in un santuario fatto da mani d'uomo”, ma sta alla presenza diretta di Dio, “nel cielo stesso, al cospetto di Dio”: quindi vive il sacerdozio non simbolicamente, ma realmente. Realmente ed efficacemente, in quanto non si limita ad impetrare misericordia, presentando sacrifici inadeguati, di “sangue altrui”, di animali, ma la ottiene senz'altro, perché “mediante il sacrificio di se stesso” può addirittura “annullare il peccato”.
Il sacrificio degli animali doveva essere ripetuto, perché era invocazione di misericordia e non costituiva riparazione adeguata al peccato commesso.
Cristo, invece, con il suo sangue, compie una riparazione perfetta, a motivo della sua divinità e quindi non ha bisogno di “offrire se stesso più volte”, ma “una volta per tutte”. Così realizza la “pienezza dei tempi”, cioè il tempo della salvezza attuata defînitivamente.
Il sacrificio di Cristo, sacerdote-vittima, è unico e decisivo, come unica è la morte e decisivo il giudizio per ogni uomo: Cristo è morto “una volta per tutte” e l'offerta di se stesso è efficace “una volta per tutte”, perché ha “tolto i peccati di molti”. Questo “molti” non va inteso in senso limitativo ma precisivo, cioè: ha tolto i peccati di tutti, i quali sono moltitudine (cfr Mt 26,28; Mc 14,24).
Però Cristo “apparirà una seconda volta”: è annunciata la parusia, il ritorno di Cristo alla fine del mondo, per l’incontro glorioso con “coloro che l’aspettano per la loro salvezza”, con coloro, i quali, redenti dal suo sacrificio, sono destinati a condividere la sua vita immortale, libera da ogni “relazione col peccato”, non è più inquinabile dal male.

Fonte: Il Cittadino
II lettura di domenica 7 novembre - Cristo si è offerto una volta per tutte per togliere i peccati di molti
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