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II lettura di domenica 15 maggio - V DOMENICA DI PASQUA

Anno C - L'originalità

II lettura di domenica 15 maggio - V DOMENICA DI PASQUA

Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più.
E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

La visione rivelatrice raggiunge il suo culmine: il male è debellato, il giudizio è ormai compiuto, non rimane che l'esal-tazione del bene, quindi di Dio. Giovanni condotto dalla visione ad assistere alla nuova creazione dell'universo, purificato dal male. L'universo precedente (“cielo e terra”) sono “scomparsi”. In particolare viene sottolineata l'eliminazione del mare, perchè esso, sovente, è considerato simbolo delle potenze malefiche, avverse a Dio.
Al centro della nuova creazione sta “la città santa”, Geru-salemme: non la Gerusalemme geografica, ma una Gerusalemme spirituale, personalizzata nella sposa. Dall'Antico Testamento Dio ha considerato la sua gente – rappresentata da Gerusalemme – come sua sposa, la quale tuttavia si è mostrata molte volte infedele. Ma ormai, purificata da Dio, è pronta per la convivenza eterna.
Dal trono divino una voce misteriosa indica la nuova creazione e la nuova Gerusalemme come la “dimora di Dio con gli uomini”. E' l'immagine dello splendore celeste del Regno di Dio, ossia della Chiesa, che terminata la sua tappa pellegrinante nel tempo, comincia l'eterno momento glorioso.
La “dimora di Dio con gli uomini”, annunciata e prefigurata nell'Antico Testamento, realizzata con l'Incarnazione del Figlio e la sua permanenza nella Chiesa terrena, si perfeziona definitivamente nella Chiesa eterna, in cui non ci sarà più tribolazione di sorta. La storia dell'umanità riprende dall'inizio, dal “principio”, come nella prima pagina della Bibbia.
E' la parola di Dio – la stessa di allora – che ne dà annuncio: “Ecco, faccio nuove tutte le cose”. E' l'unica volta in cui Dio – “Colui che siede sul trono” – fa sentire la sua voce a Giovanni. E' sintomatico. Tutto torna alte origini. Dio, al di là delle apparenze ha conservato la signoria del mondo e della storia. Chi si è fidato di Lui e con tale fiducia ha fronteggiato le tribolazioni, avrà da Lui tersa “ogni lacrima”.
All'ottimismo della prima creazione si salda l'ottimismo della nuova creazione. Non c'è posto per alcun dualismo. A Dio nessuno e nulla può far velo.

Fonte: Il Cittadino
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