La parola
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4a domenica di Avvento - anno A, Mt 1, 18-24

Gesù nascerà da Maria

Il clima liturgico di questa quarta domenica d'Avvento è già tutto pervaso dalla contemplazione del grande mistero dell'Incarnazione, che si colloca al centro della celebrazione natalizia, e il vangelo proposto riflette questo orientamento. Si tratta di una pagina, tratta dai capitoli iniziali di Matteo, dedicati a mostrare l'origine di Gesù Messia d'Israele; dopo la genealogia, che apre lo scritto matteano, abbiamo la narrazione della nascita di Gesù Cristo, vista dal punto di vista divino.

Gesù nascerà da Maria

Il clima liturgico di questa quarta domenica d'Avvento è già tutto pervaso dalla contemplazione del grande mistero dell'Incarnazione, che si colloca al centro della celebrazione natalizia, e il vangelo proposto riflette questo orientamento. Si tratta di una pagina, tratta dai capitoli iniziali di Matteo, dedicati a mostrare l'origine di Gesù Messia d'Israele; dopo la genealogia, che apre lo scritto matteano, abbiamo la narrazione della nascita di Gesù Cristo, vista dal punto di vista divino. Siamo di fronte ad un racconto che penetra nella profondità dell'evento, dove svolge un ruolo fondamentale Giuseppe di Nazaret. Matteo, nella stessa linea del vangelo dell'infanzia di Luca, richiama l'origine singolare e miracolosa di Gesù, concepito per opera dello Spirito Santo, nel grembo verginale di Maria, e questo avvenimento di grazia esprime la dignità di Gesù, come figlio che proviene dal Padre, e manifesta il primato assoluto dell'iniziativa di Dio: è sempre Lui che decide, liberamente, d'irrompere nella nostra storia, con modi e tempi che superano le nostre attese ed immagini. Di fronte all'avvento di Dio nell'umiltà della nostra carne, è chiamata in gioco la libertà dell'uomo, la libertà di Maria, che si è affidata alle parole dell'angelo, la libertà di Giuseppe, 'uomo giusto', che vive con timore e tremore ciò che sta accadendo nella vita della sua sposa. La sua giustizia, intesa biblicamente come umile adesione a Dio nell'obbedienza alla sua legge, raggiunge la pienezza nell'atto della fede, che sa accogliere la novità dell'imprevisto di Dio; proprio mentre Giuseppe sta riflettendo sul suo comportamento verso Maria, improvvisamente si ritrova di fronte all'annuncio di Dio, con l'invito a non avere paura: 'Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa'. E nell'annuncio angelico, Matteo riassume la buona notizia, l'evangelo incarnato nel nome stesso di Gesù, che indica la presenza in lui del Dio che salva e che si prende a cuore il destino del suo popolo. La fede, in modo altrettanto radicale che in Maria, vive in Giuseppe come obbedienza, come consegna di sé al misterioso disegno di Dio, come disponibilità ad ospitare il Dio con noi; non dice nulla, nessuna parola di Giuseppe riecheggia nel vangelo, solo una pronta azione che accoglie la sua sposa, con il figlio nel grembo. La Scrittura d'Isaia, citata dall'evangelista e letta nella successiva tradizione cristiana come profezia della nascita verginale del Messia, si compie dunque nello spazio aperto dalla fede di Maria e di Giuseppe, e in questo modo diventa chiaro che Dio, nel suo libero disegno, vuole 'avere bisogno' degli uomini, continua ad affidarsi a noi, per prendere dimora nella nostra storia. L'Emmanuele è veramente il 'Dio con noi', che decide di farsi compagno della nostra avventura umana e, in qualche modo, si fa mendicante alla nostra porta: una presenza che si comunica attraverso una storia benedetta, che ha in Israele il suo inizio, e che prosegue fino ad oggi, nella realtà umana e divina della Chiesa. Proprio il nome che Matteo riprende dal testo isaiano, 'Emmanuele', sintetizza tutto il mistero cristiano, che ci prepariamo a celebrare, nel Santo Natale: un Dio che sta con noi, dentro una forma umana, sacramentale, una presenza che possiamo incontrare qui e ora, nella nostra vita, attraverso la grazia di uomini e donne, che prima di noi, come Maria e Giuseppe, hanno accolto Gesù e hanno riconosciuto in lui la vera salvezza, colui che ogni cuore attende.Così il vangelo proposto alla nostra meditazione ci permette d'entrare nella verità più autentica e profonda del Natale alle porte, per non smarrire la forza dell'evento che riaccade, e il silenzio di Giuseppe, che custodisce il mistero, indica il modo adeguato di vivere questi giorni, silenzio che non è mutismo o vuoto di pensiero, ma stupore davanti al Dio che viene e desiderio d'ascoltare la parola che svela e ripresenta l'avvenimento.

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