La parola
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IV domenica d’Avvento - anno B, Luca 1,26 -38

Ecco, concepirai un figlio e lo darai alla luce

Alle porte del Natale, la bellissima pagina dell'annunciazione dell'angelo a Maria porta la nostra attenzione sul mistero dell'Incarnazione, compimento sorprendente e inimmaginabile della promessa di Dio ad Israele: nel silenzio di Nazaret, nel grembo verginale di una giovane fidanzata, inizia a prendere vita il Messia, il Figlio dell'Altissimo, concepito per la potenza dello Spirito.

Ecco, concepirai un figlio e lo darai alla luce

Alle porte del Natale, la bellissima pagina dell'annunciazione dell'angelo a Maria porta la nostra attenzione sul mistero dell'Incarnazione, compimento sorprendente e inimmaginabile della promessa di Dio ad Israele: nel silenzio di Nazaret, nel grembo verginale di una giovane fidanzata, inizia a prendere vita il Messia, il Figlio dell'Altissimo, concepito per la potenza dello Spirito. Innanzitutto, sostare davanti all'origine di Gesù, davanti alla semplicità del suo entrare nel mondo, nel quadro di un oscuro villaggio di Galilea, è un potente richiamo a ritrovare il cuore del Natale, spogliato di tanti orpelli e amplificazioni: nello spazio dell'anima e del corpo della vergine madre, inizia l'esistenza umana del Figlio eterno del Padre, il Mistero santo di Dio, circoscritto in un volto umano. Qui tutto è dono, qui c'è la precedenza assoluta dell'iniziativa del Padre, perché da Lui è mandato l'angelo che annuncia, perché Maria è oggetto di una gratuita compiacenza e predilezione agli occhi di Dio, che l'ha colmata di grazia, perché è lo Spirito Santo a rendere fecondo il suo grembo. Il concepimento verginale di Gesù non è soltanto un segno della sua figliolanza unica da parte di Dio, ma esprime visibilmente l'appartenenza esclusiva di questa figlia d'Israele al Signore e l'eccedenza dell'azione divina. Quindi il testo di Luca che illumina questa domenica diviene una grande confessione e celebrazione della libertà misericordiosa del Padre, e delle infinite possibilità del suo amore verso la travagliata storia dell'uomo: davvero nulla è impossibile a Dio, e la fede cristiana vive dello stupore di un avvenimento di grazia, che supera ogni attesa, e che continua ad offrirsi attraverso la fedele presenza di Cristo, nell'umanità dei suoi testimoni. D'altra parte il passo di Luca può essere letto come una scena di vocazione, non dissimile dalle chiamate dei profeti o dei protagonisti della storia d'Israele, dove si può delineare il cammino di fede, percorso da Maria, e aperto ad ogni discepolo. La chiamata radicale che riceve la Vergine è la chiamata a credere all'impossibile, a fidarsi totalmente della potenza di Dio, ed è questa fede che permette alla Vergine di diventare madre, di concepire il Verbo di Dio, prima ancora che nel suo grembo, nel suo cuore, nell'accoglienza della sua libertà. Ora la fede di Maria conosce, nel breve dialogo con l'angelo, un vero itinerario: parte dal turbamento, che si esprime come perplessità, 'si domandava che senso avesse un tale saluto'; di fronte all'annuncio della sua futura maternità, Maria esprime una domanda, un interrogativo, che, a differenza di Zaccaria, non ha la forma del dubbio, e tuttavia, mostra il desiderio di comprendere, di penetrare nelle vie di Dio. La fede di questa donna non è un salto nel buio, non è un'emozione cieca e irragionevole, ma è percorsa dall'anelito della conoscenza: 'Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?'. Maria, da autentica figlia d'Israele, nutrita dall'ascolto della Scrittura, sa che a Dio nulla è impossibile, che non ci sono ostacoli insormontabili per l'Altissimo, nello stesso tempo dà voce alla sua domanda, chiede luce. Solo dopo le parole che indicano il mistero che accadrà in lei, e offrono un segno nell'impossibile maternità della sterile Elisabetta, la Vergine si consegna interamente a Dio, e attraverso la sua parola d'assenso, consente al farsi carne in lei della Parola viva ed eterna del Padre: 'Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola'. Nel suo dirsi serva, titolo d'umiltà, ma anche di grandezza, perché molti testimoni della storia sacra erano stati così chiamati (Davide, il 'servo del Signore' nei canti del profeta Isaia), Maria esprime la sua fede piena, il suo affidamento senza condizioni all'opera del Padre, ed è questa fede che apre le porte allo Spirito e rende possibile l'esistenza umana di Gesù. In tutto questo, Maria è immagine di ogni discepolo, figura della Chiesa che crede e che genera Cristo nel cuore della storia e degli uomini: guardando a Lei, impariamo la strada per cui la Parola del Padre può continuare a prendere corpo nel tempo, nella carne di uomini e donne, che rinnovano il sì della serva del Signore.

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