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Un nuovo patto di stabilità!

Italia gravata anche dal drastico calo demografico

In occasione del Consiglio europeo, al quale ha partecipato da remoto anche il presidente americano Joe Biden, il premier Mario Draghi ha sottolineato come la pandemia da Covid19 abbia messo in evidenza tutti i limiti dell'integrazione parziale della Ue e l'assoluta necessità di lavorare per un nuovo e diverso Patto di stabilità ed il lancio di un Eurobond per preservare i paesi europei da nuovi shock finanziari.

Mario Draghi ha evidenziato come "La strada è lunga ma dobbiamo cominciare ad incamminarci. E' un obbiettivo di ampio periodo ma è necessario anche disegnare una cornice per la politica fiscale in grado di riportarci fuori dallo stallo" ed ha aggiunto che "Negli USA hanno unione bancaria e dei mercati di capitali, elementi chiave del ruolo internazionale del dollaro" e che "La priorità assoluta per l'Europa deve essere quella di non commettere errori durante la ripresa post pandemia".

Paolo Gentiloni presenterà un nuovo provvedimento all'inizio dell'autunno per superare il Patto di stabilità, congelato fino alla fine del 2022, che si concentrerà in particolare sui criteri per il rientro del debito pubblico adeguando i parametri dell'entità del taglio annuale del debito alla realtà economica e sociale post pandemia e per andare oltre il Fiscal compact che in passato ha imposto, a paesi già in difficoltà, pesanti politiche di austerity che non hanno portato ad alcun risultato duraturo sostanziale ma solo a maquillage di facciata nonostante i pesantissimi sacrifici per i cittadini. Il dossier sulla riforma del Patto darà vita inevitabilmente ad un duro scontro con i paesi rigoristi del Nord così come avverrà per la richiesta non ancora formalizzata dei paesi del blocco del Mediterraneo, tra cui l'Italia, di aumentare la portata del Recovery rispetto agli attuali 750 miliardi di euro. Il pressing di Spagna, Portogallo, Grecia, Italia e probabilmente anche della Francia dovrebbe partire dopo che tra maggio e giugno si sarà completato il percorso di ratifica del Piano di resilienza nei Parlamenti dei Ventisette paesi.

Il premier Draghi ha anche sottolineato come il cammino verso un'Unione europea sempre più unita passi attraverso la creazione di un "titolo comune europeo" esattamente come accade negli Stati Uniti per avere anche in Europa un "safe asset", e cioè un titolo garantito dagli stati membri, che possa mettere al riparo i mercati da eventuali nuovi shock finanziari anche alla luce degli allarmi lanciati dalla Federazione bancaria europea e dall'Abi che stanno portando avanti una disperata campagna per alzare la soglia che trasforma i prestiti "congelati" in sofferenza e che, nella situazione attuale, potrebbe arrecare danni irreparabili al mercato.

In Italia 1,4 milioni di persone hanno fatto ricorso agli accordi di moratoria sui crediti concessi a seguito della pandemia congelando oltre 95 miliardi di euro mentre le imprese che hanno beneficiato di queste misure straordinarie sono state 1,3 milioni dilazionando 198 miliardi di altri prestiti. La Banca d'Italia ha presentato uno studio in cui evidenzia: "E' cruciale definire il termine delle moratorie e distribuirne gli effetti nel tempo, perchè una quota di nuclei familiari che ne hanno beneficiato potrebbe avere difficoltà a riprendere i regolari pagamenti" ed il sindacato dei bancari Fabi ha parlato con estrema chiarezza di "rischio default per 2,7 milioni di imprese e famiglie".

L'Istat nel suo report "La dinamica demografica durante la pandemia Covid-19 Anno 2020" rileva come in Italia nel 2020 si sia registrato il nuovo minimo storico di nascite dall'Unità d'Italia con una diminuzione del 3,8 % rispetto al 2019 e l'iscrizione all'anagrafe di solo 404.104 bimbi con una popolazione residente scesa di 384mila unità. Si tratta di un dato estremamente preoccupante anche per la sostenibilità futura delle prestazioni erogate dall'Inps per conto dello Stato, in particolare per il pagamento delle pensioni e dei sussidi per l'occupazione, dal momento che già oggi il bilancio dell'Istituto nell'esercizio 2020 presenta un gravissimo disavanzo economico nonostante il nostro paese sia stato il maggior beneficiario del fondo Sure, lanciato da Bruxelles a inizio pandemia per finanziare gli ammortizzatori sociali, con 27,4 miliardi di euro già erogati e oltre 8,6 milioni di persone sostenute pari al 34 % della forza lavoro totale tra dipendenti (7 milioni) e autonomi (1,6 milioni).

In questa situazione così grave, ma ricca di opportunità offerte dagli strumenti messi a disposizione per superare gli effetti della pandemia da Covid 19, il nostro esecutivo deve poter lavorare in serenità per metter in campo tutti gli strumenti necessari per garantire un futuro economicamente sostenibile dove tutti dovranno fare la loro parte, secondo criteri di proporzionalità e progressività ,dimenticando i tanti privilegi accumulati negli anni e capire che per poter garantire un futuro dignitoso alle famiglie ed ai giovani è necessario impegnarsi tutti insieme rinunciando ognuno a qualcosa per poter rimettere in moto il nostro paese verso una ripresa economica e sociale. In particolare il Parlamento e tutte le forze politiche, incluse quelle all'opposizione, devono dimenticare le loro divergenza ed i loro interessi di parte e mettere in campo tutte le loro capacità ed energie per non far perdere all'Italia un'occasione unica di rilancio e di ripresa che può segnare il successo o l'insuccesso per il paese.

Fonte: Il Cittadino
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