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Draghi piace all’Europa

Sostenuto da un'ampia maggioranza, prende forma il nuovo Governo

In Europa crescono la fiducia e l'ottimismo nei confronti del nostro paese con l'insediamento del nuovo governo guidato da Mario Draghi che, tra l'altro, dovrebbe essere sostenuto da una maggioranza molto solida e che potrebbe avere la forza per riuscire a mettere la Commissione europea nelle condizioni di erogare le prime risorse economiche del Recovery Fund già in estate, superando i ritardi e le incomprensioni accumulate in questi mesi ricchi di parole ma vuoti di contenuti.
Se l'Italia vuole incassare la prima tranche dei fondi pari al 13 per cento dei 209 miliardi a lei riservati entro giugno deve presentare al più presto un piano completo in modo da essere pronta per il 20 febbraio data in cui la Commissione europea aprirà alle notifiche formali dei piani nazionali per accedere ai finanziamenti straordinari.
L'Europa coglie l'importanza del momento per il nostro paese con Bankitalia che, in occasione dell'audizione di Balassone capo economista di Via Nazionale, smonta il Recovery Plan predisposto dal governo Conte e ne propone una completa riscrittura raccomandando una "netta discontinuità con il passato" con l'individuazione di una cabina di regia che possa diventare "una struttura di governo degli interventi adeguata alla complessità dell'impresa" e che possa garantire "un efficiente impiego delle risorse e l'avvio delle "riforme" indispensabili per migliorare l'azione pubblica e l'ambiente economico.

Balassone ha ancora una volta sottolineato, come già fatto dal governatore Visco in occasione del suo intervento al Forex, che non basta spendere per essere sicuri di aver fatto un buon lavoro ma bisogna spendere bene principalmente perché "il solo aumento della spesa pubblica non è sufficiente a stimolare un aumento duraturo degli investimenti privati" mentre serve invece per una crescita del contesto economico "la definizione puntuale degli interventi , il varo di un insieme di riforme che possa sostenere il processo di sviluppo migliorando l'efficacia dell'azione pubblica, l'ambiente in cui si svolge l'attività d'impresa e il funzionamento del mercato del lavoro" ed infine ha concluso amaramente che ad oggi nel piano non c'è nulla di tutto questo e che "le indicazioni presenti nella bozza non sono ancora adeguatamente sviluppate".

Christine Lagarde, presidente della Bce se da una parte conferma il gradimento dell'Europa per Mario Draghi, dall'altro lato è costretta ad intervenire in modo insolitamente deciso contro la proposta avanzata da cento economisti per la cancellazione del debito degli Stati posseduto dalla Bce, un quarto del totale per 2.500 miliardi di euro, ricordando che si tratterebbe di una "violazione del trattato europeo che vieta strettamente il finanziamento monetario degli Stati" in violazione "di una regola che costituisce uno dei pilastri fondamentali dell'euro".
Questa proposta che era stata lanciata dal presidente del Parlamento Ue David Sassoli rischia di dare forza al fronte dei paesi del Nord e di creare una spaccatura che in questo momento potrebbe direttamente o indirettamente bloccare o rallentare il percorso del Recovery Fund e deve quindi spingere ad un approccio più prudente come ricordato anche dal Commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni che ha sottolineato come "Non credo che i debiti si cancellini" seguito dal vicepresidente della Bce Luis De Guindos che ha confermato che per una richiesta di questo genere "non ci sono basi giuridiche".
In questo contesto reso così difficile dagli effetti della pandemia da Covid 19 il Commissario Paolo Gentiloni, in occasione della presentazione delle previsioni economiche di Bruxelles, ha voluto ancora una volta sottolineare il supporto che l'Europa sta offrendo al nostro paese fiduciosa che l'Italia potrà riscrivere nei prossimi 60 giorni il Recovery Plan forti dell'esperienza, delle idee e della capacità del nuovo governo con la disponibilità dell'Ue a valutare la possibilità di offrire un ammorbidimento nella discussione sul Patto di stabilità con la riattivazione completa delle regole solo nel 2023 nonostante che i falchi, guidati da Dombrovskis, vogliano ripartire già nel 2022.
Il tempo dei compromessi e degli equivoci è finito ed il nuovo esecutivo deve affrontare in modo chiaro i tanti problemi nascosti negli ultimi anni da Alitalia che ha definitivamente bruciato anche gli ultimi 1,3 miliardi di euro della collettività esponendoci anche al rischio di dure sanzioni da parte di Bruxelles , che potrebbero raggiungere la cifra record di un miliardo di euro, come confermato negli ultimi giorni dalla Commissaria Margrethe Vestanger che ha sollecitato "La necessità di una vera discontinuità" per ritrovarsi ora in una situazione in cui ogni mese vengono spesi 30 milioni di euro di cassa che in ogni caso impediranno al vettore aereo di arrivare ad affrontare una stagione estiva che si preannuncia peggiore di quella del 2020.
Non si possono poi dimenticare i casi di Mps che in dieci anni è riuscita a distruggere 23,5 miliardi di euro di valore con un 2020 di nuovo in perdita per 1,69 miliardi e nessuna concreta prospettiva anche in considerazione della situazione di Unicredit che nel 2020 dichiara perdite per 2,8 miliardi di euro per l'ennesima "pulizia" di bilancio o il misero trucco tecnico messo in atto dal governo Conte nella legge di Bilancio pubblicata in Gazzetta ufficiale il 30 dicembre 2020 in cui non esiste la copertura di 8,4 miliardi di euro destinati al super ammortamento previsto nel pacchetto Industria 4.0 dato che in realtà questi interventi non possono essere finanziati con le risorse del Recovery Plan perché non sono "high tech".
Solo il coraggio del Parlamento di affrontare in modo chiaro e rapido i problemi economici e sociali dell'Italia potrà individuare gli strumenti per mettere in moto la ripartenza del nostro paese e risolvere la crisi causata dalla pandemia da Covid19 che ha duramente colpito le fasce più fragili e deboli della popolazione, in particolare le famiglie ed i giovani.

Fonte: Il Cittadino
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