Commenti
stampa

Recovery plan: in Italia resta l’incertezza

I partiti di maggioranza sembrano spaccati su come procedere nell’ultilizzare i fondi

All'annuncio del premier Giuseppe Conte, in occasione dell'ultimo Consiglio dei Ministri, del riavvio di una verifica sul Recovery Plan non è seguito nessun fatto concreto e non è stato neppure definito un calendario di massima dei lavori con il ministero del Tesoro, a cui è stata per ora formalmente affidata la revisione del piano nazionale di ripresa, che aspetta indicazioni precise per capire come proseguire il suo lavoro.
La richiesta dei partiti di mantenere la task force all'interno del perimetro delle amministrazioni (centrale e periferica) dello Stato non ha avuto ancora una risposta ed il PD è stato costretto a confermare che la struttura del Recovery dovrà essere sussidiaria, quindi di supporto alla Pubblica Amministrazione e non sostitutiva, e dovrà interagire per aiutare Comuni e Regioni che altrimenti potrebbero avere problemi nella gestione dei progetti.

La situazione continua però ad aggravarsi e, nonostante il PD spinga per non oltrepassare la linea che divide la verifica in corso sul Recovery plan da una crisi di governo senza ritorno, il premier Conte non riesce a concretizzare una sintesi indispensabile per vincere questa sfida epocale, con l'aiuto dell'Europa, e mettere le basi per una ripresa economica e sociale.
La ricostruzione post-Covid sarà lunga e difficile e richiede la massima coesione tra tutte le forze politiche del paese, incluse quelle all'opposizione, ma purtroppo ad oggi non c'è unità neppure tra quelle che dovrebbero sostenere l'esecutivo con il PD che continua a richiedere modifiche radicali all'impostazione voluta da Conte. Italia Viva non perde occasione per attaccare il governo accusandolo di rifiutare un dibattito vero in cui dovrebbe essere esaminato e discusso il "contropiano" presentato da Matteo Renzi composto di trenta pagine fitte di rilievi e proposte che denunciano il grande vuoto nel Recovery sulle politiche per la disabilità, la mancanza assoluta di progetti per i giovani" e più in generale l'assenza di una visione progettuale in poche parole si tratterebbe di un coagulo di interventi raffazzonati e spesso ripescati tra vecchi progetti che non aprirebbero nessun serio scenario per il futuro dell'Italia.

Ogni giorno emerge in modo sempre più chiaro, come dichiarato anche da esponenti di primo piano dei partiti di maggioranza, che l'attuale versione del Recovery plan è soltanto una sommatoria di progetti inviati dai vari ministeri e riuniti insieme ma senza che esista un modello di sviluppo in totale discontinuità con quello attuale come auspicato anche dai nostri partner europei che continuano a stimolarci affinché venga messo in campo un piano per creare occupazione, ridurre l'inquinamento, velocizzare la Pubblica amministrazione, rendere più competitive le imprese per rafforzare il tessuto economico, sociale e produttivo del Paese.
In questo clima di incertezza ed instabilità, con Confcommercio che certifica che a causa del Covid nel 2020 i consumi sono crollati del 10,8 % e stima che ci sarà la chiusura definitiva di più di 390mila imprese nel commercio non alimentare e nei servizi le norme più stringenti, che erano state decise a Bruxelles e Francoforte prima della pandemia, continuano il loro cammino inesorabile e diventano, dal 1 gennaio 2021, un nuovo gravissimo problema per le nostre famiglie e imprese.
La Banca d'Italia pur cercando di assumere una posizione vaga ha dovuto confermare che le nuove norme sul default "introducono criteri che risultano, in alcuni casi, più stringenti".
Si tratta di un problema che potrebbe sembrare molto tecnico, e cioè come le banche classificano i clienti a fini prudenziali, ma in realtà si tratta di un meccanismo per cui basterà ad una persona fisica uno scoperto non autorizzato sul conto corrente di 100 euro per far scattare il default automatico mettendo ulteriormente in crisi le fasce più deboli della popolazione.
Troppo spesso si dimentica che l'aumento della ricchezza finanziaria degli italiani non è significativo dato che è detenuta da una parte infinitesimale della popolazione mentre la maggioranza degli italiani vivono del loro lavoro e non hanno riserve finanziarie per i momenti di difficoltà.
La mancanza di interventi, nonostante le tante sollecitazioni ricevute in questo ultimo anno, oltre che sul nuovo Regolamento europeo sul default anche sul "calendar provisioning" comporterà la necessità per molti istituti bancari di dover ricorrere a nuovi interventi sul capitale per poter fronteggiare norme che prevedono la svalutazione totale dei crediti deteriorati in 3 anni per quelli senza garanzia ed in 7-9 per gli altri.
Queste regole erano state pensate e decise dalla Commissione Ue e dalla Bce molto prima della pandemia da Covid19 e non comprendere la necessità di un immediato congelamento delle stesse potrebbe comportare danni economici irreparabili specialmente per i paesi più fragili e più colpiti dalla pandemia come l'Italia.
Invece che perdere tempo in giochi di potere e in una disperata lotta per le poltrone il nostro esecutivo ed il Parlamento dovrebbero immediatamente impegnarsi per fare in modo che il Recovery Fund possa trasformare l'Italia nel più grande produttore di benessere al mondo, dal turismo all'alimentare, dal design al farmaceutico, dalla moda all'arredamento con un progetto che possa mettere insieme la ricerca tecnologica e scientifica, l'industria, l'alimentare ed il turismo. Il tempo è uno dei fattori più importanti in questa grande sfida per le generazioni future e sprecarlo, rischiando di vanificare l'opportunità che ci viene offerta dopo la tragedia della pandemia, sarebbe un grave crimine verso le generazioni future.

Fonte: Il Cittadino
Recovery plan: in Italia resta l’incertezza
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento